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Cento volte piĆ¹ di ieri, Peppino Impastato voce attuale

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Lā€™Omnicomprensivo di Orte chiude in bellezza il ciclo di incontri voluto dalla Rete di scuole Giovanni Falcone. Ospite Giovanni Impastato, fratello del giornalista e attivista siciliano caduto vittima di un attentato mafioso il 9 maggio del 1978.

 

Si ĆØ svolto ieri, 10 marzo, presso la biblioteca centrale dellā€™Istituto OmnicomprensivoĀ di Orte, lā€™incontro conclusivo dedicato alla figura diĀ Peppino Impastato,Ā giornalista e attivista siciliano assassinato da Cosa Nostra il 9 maggio del 1978. Lā€™evento si inserisce nellā€™ambito di un ciclo di appuntamenti itineranti organizzati dallaĀ Rete di Scuole Giovanni Falcone, in collaborazione con Arci Viterbo.

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A fare gli onori di casa, con il benvenuto agli enti territoriali presenti in sala, ĆØ ilĀ dirigente scolastico Gianfranco Cherubini. Ad assistere in video conferenzaĀ una platea vastissima di studenti, dallā€™Omnicomprensivo di Orte al Calamatta e il Galilei di Civitavecchia, passando per le medie di Soriano, Vignanello, Gallese, Canepina, Vasanello,Ā Bomarzo e lā€™IC di MontaltoĀ (sede di Pescia Romana).

ā€œDedichiamo questa giornata anche al fratello di Peppino, Giovanni, affinchĆ© aiuti le nuove generazioni ad andare oltre i cento passiā€, ha detto la professoressaĀ Germana Fabbrica, moderatrice del dibattito, ricordando il ruolo centrale della memoria collettiva a favore della cultura della legalitĆ .

La parola passa quindi aĀ Giovanni Impastato, autore del romanzo biograficoĀ ā€œMio fratello. Tutta una vita con Peppinoā€Ā (Libreria Pienogiorno) e, insieme alla madre Felicia, impegnato da anni in prima linea nella lotta allā€™omertĆ  mafiosa. ā€œPeppino ha operato una rottura e noi abbiamo raccolto il testimone portando avanti un impegno culturale nazionaleā€.

Tante le pagine inedite intrecciate nella chiacchierata-racconto tra Giovanni e gli studenti, immagini intime e famigliari che dellā€™attivista di Cinisi ci restituiscono un ritratto meno eroico e piĆ¹ autenticamente vicino agli interlocutori contemporanei. ā€œParafrasando Guccini, ciĆ² che mi preme sottolineare ĆØ che Peppino non ĆØ solo lā€™eroe giovane e bello, non ĆØ unā€™icona da ammirare a distanza.Ā Peppino ĆØ un punto di riferimento concreto. Abbiamo dovuto proteggere questa sua autenticitĆ  anche allā€™indomani del successo mediatico dovuto al film iĀ Cento Passiā€.

Merito del lungometraggio diretto daĀ Marco Tullio GiordanaĀ ĆØ lā€™aver contribuito a sdoganare fuori dai confini nazionali la storia-simbolo di Peppino. ā€œDobbiamo tanto al film che ha persino sfiorato la promessa di vittoria agliĀ Oscar del 2000Ā ā€“ spiega Giovanni ā€“. Avevamo la vittoria in pugno ma ĆØ stato proposto al produttore di ritoccare il finale, di far sventolare delle bandiere bianche al posto di quelle rosse. Il produttore non ha voluto, non tanto per convinzioni politiche ma per una questione piĆ¹ profonda, di coerenzaā€. Una scelta di campo per niente indolore, sottolinea lā€™ospite: ā€œLa mafiositĆ , il pensiero mafioso, non sono facili da combattere perchĆ© sono un qualcosa di radicato. In questi anni, a volte, ho avuto lā€™impressione di lottare contro me stesso eppure non mi sono mai arresoā€.

Incalzato dagli studenti, Giovanni ricostruisce il sapore di unā€™epoca: le frequenze libere da occupare,Ā radio Aut, laĀ satira politica, le discussioni imbevute diĀ Pasolini,Ā Carlo LeviĀ eĀ Sciascia. Istantanee in bianco e nero sulle quali Impastato fa riflettere i colori del presente.Ā ā€œSe Peppino fosse vissuto oggi sarebbe al fianco degli immigrati, si batterebbe contro i fascismiĀ e sarebbe in prima linea favore dellā€™ecologia. In qualche modo Peppino ha anticipato il movimento diĀ Greta Thumberg, opponendosi al diktat della cementificazioneā€.

A chiudere lā€™incontro torna il tema ossidato della memoria che puĆ² rigenerarsi solo se, da usurato luogo comune, diventa luogo di esperienza. ā€œI famosi cento passi che separano la nostra casa da quella delĀ boss BadalamentiĀ sono una realtĆ  storica, sono un luogo vivo e materiale, in assenza del quale la memoria rischierebbe di scomparireā€.

Memoria, infine, come responsabilitĆ  individuale. ā€œStabilire contatti con lā€™associazionismo che si occupa di tematiche sociali e civili, guardare qualche partita di calcio in meno e leggere qualche libro in piĆ¹: ecco cosa potrebbero fare i ragazzi di oggi per contribuire a portare avanti la lotta mio fratello Peppinoā€.

Redazione Ontuscia
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Quotidiano di Viterbo e della Tuscia

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