Arci Caccia Viterbo: “La lotteria delle tortore”

Fucile da Caccia

“E’ stato pubblicato il Calendario Venatorio per la stagione 22/23; nell’insieme – si legge in un comunicato di Arci Caccia Viterbo – la conferma sostanziale dell’anno precedente. In attesa di modifiche ed integrazioni della 157/92, che riguardano anche  la questione cinghiale, un calendario “normale”, che dovrebbe garantire certezze al mondo venatorio e rurale, rispetto ai soliti e quasi sempre strumentali ricorsi. E non è poco.

Un commento inevitabile sulla questione  della caccia alle tortore,  compresa ad oggi la  eventuale, cosiddetta  preapertura, perché è veramente arduo definirla tale.

Infatti per come è congegnato e limitato il prelievo, si tratta di una assurda lotteria, ridicola a prescindere,   sia per i pochissimi ammessi, che per quanti, presumibilmente i più, esclusi.

Al tutto  si aggiunge poi anche la confusione alimentata dagli ATC , che procedono ognuno per proprio conto, accentuando le già assurde criticità delle procedure.

Non contestiamo il criterio di un prelievo compatibile, basato su dati scientifici,  come indicato  dal Piano di Gestione Nazionale che prevedeva  un prelievo stagionale  con  comunque non più  di 3 giornate di preapertura, per un massimo di 5 capi giornalieri e 15 stagionali, con un limite complessivo ai prelievi totali che non possono superare la metà di quelli effettuati in media negli ultimi 5 anni.

Ma che siano reali ed oggettivi. Dopo decenni di incuria,  sciatteria, dimenticanza,  tollerata e praticata, a cominciare  dagli enti preposti, nella gestione dei tesserini venatori, farli diventare all’improvviso  riferimento assoluto per un prelievo contingentato  è una pura ed ottusa forzatura burocratica sulla realtà.

Come tale difficilmente digeribile.

A riprova nel Piano Nazionale di Gestione della specie, redatto da ISPRA – BIO-CFN, ad Ottobre 2021 e poi approvato dalla Conferenza nel Marzo 2022, per la Regione Lazio il dato dei prelievi risulta “ non disponibile”.

Numeri che invece ricompaiono in qualche modo ora.

Assolutamente non può andare bene; quindi noi dobbiamo fare e  faremo la nostra parte, ma è necessario metter mano ad un  processo serio di verifica, censimento, monitoraggio, attuazione di tutte le azioni positive del Piano, che sono la cosa che più serve. Perché oltretutto cristallizzare così la questione sarebbe veramente una beffa”.