Fratelli d’Italia: “L’acqua non è un bene commerciale ma un bene comune della collettività”

FdI Viterbo

Fratelli d’ Italia ribadisce il convincimento che l’acqua non possa essere considerato un bene commerciale ma e’ un bene comune della collettività.

Il valore dell’acqua e della sua gestione – secondo il Gruppo consigliare Fratelli d’Italia Viterbo – è ancor più evidente in questo momento di carenza idrica e va in ogni modo scongiurata la svendita di Talete a privati ma nel contempo, vista la complessità dell’ottenimento del finanziamento Arera (legato anche all’aumento delle tariffe) ritiene che vada immessa liquidità nella società.

Tenuto conto dell’impossibilità per i Comuni di provvedere alla ricapitalizzazione necessaria alla realizzazione degli in vestimenti di cui il nostro territorio ha bisogno, necessari per migliorare il sistema di depurazione delle acque a vantaggio dei nostri laghi e litorali costieri e per abbattere le perdite idriche  al fine di garantire a tutti l’approvvigionamento idrico, ed ai rischi connessi con l’eventuale chiusura o fallimento della società, FDI ribadisce la necessità della urgente ricapitalizzazione di Talete. Ricapitalizzazione societaria che si rende oltremodo necessaria per far fronte anche alle mutate esigenze aziendali e territoriali conseguenti all’ingresso dei 9 comuni commissariati e degli altri 20 Comuni il cui ingresso si realizzerà entro il 30 settembre 2022 come da audizioni specifiche svolte dall’EGATO e dalla Talete stessa.

L’eventuale partecipazione minoritaria dei privati nella gestione non determinerà alcuna privatizzazione né dell’acqua né della rete idrica né del sistema di gestione, in quanto rimarrà immutato il sistema di controllo da parte degli Enti Locali e il loro potere di indirizzo e di gestione. Sono numerosi gli esempi di società di gestione del servizio idrico nella quale la partecipazione dei Comuni è maggioritaria, la cui efficienza ed efficacia è assolutamente evidente, anche in aree confinanti con la nostra Tuscia

Questa è comunque una eventualità scongiurabile ove il comune di Viterbo e la Provincia, che sono i soci più grandi, decidano di ricapitalizzare per 40 milioni di euro , cifra corrispondente alla richiesta di finanziamento Arera e alle evidenti e prioritarie necessità della società Talete”.