Sabato proiezione al Borgo di Celleno del video di Federica Di Pietrantonio

Borgo di Celleno

Con una grande proiezione su una parete esterna della chiesa di San Carlo del borgo fantasma di Celleno, il 2 ottobre 2021 alle ore 18 prenderà vita l’opera video di Federica Di Pietrantonio “lost in myst”(perso nel mistero), progetto supportato a Eurozoom con il supporto di progettazione di Chiara Frontini, con la collaborazione di “Tuscia incantata, la Proloco e il Comune di Celleno finanziato con l’avviso pubblico “Lazio Contemporaneo” per iniziativa della Regione Lazio — Lazio creativo.

A comunicarlo il sindaco di Celleno Marco Bianchi, per Tuscia Incantata Fabio Cavini, in rappresentanza di Chiara Frontini assente giustificata Federico Di Maria, per The Gallert Apart Fabrizio del Signore, per la Proloco Piero Taschini e dulcis in fundo l’artista Federica Di Pietrantonio.

Nel corso dell’incontro di presentazione dell’evento si è parlato dei molteplici aspetti che l’iniziativa riveste per Celleno, per i suoi abitanti, per il flusso turistico che porta benefici per tutti. La prima proiezione quindi sulla facciata della chiesa (all’interno della quale vi è una mostra permanente dal nome “Le macchine parlanti” di apparecchi meccanici per ascolto) poi per 10 anni collocazione dell’attrezzatura per proiettarla di continuo.

Lost in myst (perso nel mistero) è un video d’artista della durata di 39 minuti la cui narrazione, che procede attraverso elementi tipici della sintassi filmica (riprese, dialoghi, sottotitoli e musica), si manifesta sotto forma di passeggiata virtuale, di deambulazione all’interno di un paesaggio originariamente ideato come scenografia di videogioco e trasformato dall’artista Di Pietrantonio in simulacro dello straordinario scenario naturale costituito dai luoghi della cosiddetta “Tuscia incantata”, una collana di borghi e luoghi di grande bellezza raccolti in un itinerario costruito in un’ottica di promozione e valorizzazione del territorio della Tuscia.

Le opere di Federica Di Pietrantonio nascono di norma da piattaforme e da esperienze virtuali, frutto dell’abitudine ad attraversare mondi, come Second Life o alcuni giochi elettronici, al fine di vivere esperienze dirette seppure non reali attraverso avatar e alter ego. La tecnologia viene messa dall’artista al servizio, oltre che dell’accuratezza dell’opera e della fruibilità da parte dello spettatore, soprattutto di una originale modalità di esperienza, trattando gli scenari di tali piattaforme virtuali come luoghi di archeologia informatica caratterizzati da un’aura di splendore e decadenza.

Attraverso una visione spezzata e sovrapposta, il film intende offrire un’esperienza immersiva in cui lo spettatore è spinto a tradurre la passeggiata virtuale in una proiezione di esperienza reale riferita, seppure in forma traslata e metaforica, ai luoghi della Tuscia.