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Il Capitano dei Carabinieri Giuseppe Braconi

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La sua famiglia da Morrovalle si portò a Toscanella, con il suo bisnonno Nazzareno, nel periodo della transumanza del bestiame ed il suo nonno Pietro, il suo babbo Gino e suo zio Mario lavorarono alacremente soprattutto nella tenuta della Carcarella a Tuscania.

Pino nato nel 1952, che noi tutti conoscevamo ed apprezzavamo per il carattere cordiale, l’operosità, la tenacia e la volontà, a 26 anni, nel 1978, era già tenente dei carabinieri e, purtroppo, la sua vita fu stroncata nei cieli di Palazzago Valle San Martino, in provincia di Bergamo, durante l’adempimento del suo dovere in un’operazione antirapina, nel tentativo di sventare un grave atto di teppismo: una rapina ai danni della Banca provinciale lombarda.

Avrebbe fatto sicuramente una brillantissima carriera.

Giuseppe da un mese aveva ricevuto l’incarico di comandante del Nucleo di elicotteri di Orio al Serio, in appoggio alle forze di terra.

L’elicottero dei Carabinieri urtò con la coda un cavo dell’alta tensione precipitando al suolo in un campo di granoturco, s’incendiò e provocò la morte istantanea dei componenti dell’equipaggio.

Nell’impatto oltre a Pino, persero la vita anche i brigadieri Adriano Proietti e Giacinto Sarti.  

Era sposato con Oriana Asdrubali, incinta della figlia Alessandra, che nacque alcuni mesi dopo.

Un profondo dolore si diffuse in tutta la cittadinanza di Tuscania con quello molto più grande dei suoi familiari e della giovane sposa.

I familiari ed i parenti con alcuni suoi amici si recarono sul luogo del disastro per poter vedere per l’ultima volta le spoglie di Pino che , dopo i solenni funerali di Bergamo, furono trasportate a Tuscania dove furono celebrate le esequie .

Il suo fu un destino crudele dovuto alla delinquenza operante in Italia: il 10 ottobre, pochi giorni dopo la sua morte, vi fu un’adunanza del consiglio comunale di Tuscania ed il sindaco Angelo Marcoaldi ritenne doveroso ricordare l’attività del concittadino tenente Giuseppe Braconi, tragicamente deceduto.

Invitò tutti a rivolgere un commosso pensiero alla sua memoria.

Fu l’ennesima volta con la quale la Benemerita Arma dei Carabinieri pagò il suo attaccamento al dovere, nella lotta contro la criminalità che inquinava ed inquina la nostra società di oggi.

In quella lotta senza soste e senza esclusione di coppi, innumerevoli furono le vittime, in massima parte giovani, che lasciarono nel lutto e nel pianto famiglie e città intere.

Anche Tuscania pagò purtroppo il suo contributo di sangue a questa lotta in difesa della società perdendo uno dei sui giovani più stimati ed amati.

Chi conobbe Giuseppe rimase conquistato dalla sua spontaneità e dalla carica di simpatia umana che sapeva mettere in ogni sua manifestazione.

Disse Angelo Marcoaldi che non c’erano parole umane che avessero potuto recare un adeguato conforto alla moglie Oriana, ai genitori Gino ed Erige Ciccioli ed ai familiari tutti.

Espresse poi loro ed alla Benemerita Arma dei Carabinieri, anche perché ne restasse traccia negli atti della civica amministrazione, i sentimenti del più sincero e commosso cordoglio dell’Amministrazione e della Cittadinanza, volendo che la memoria del giovane Giuseppe non fosse dimenticata. 

Quando, a nome dell’Amministrazione, il sindaco porse le condoglianze alla madre, essa fra le lacrime e nella disperazione supplicò di non dimenticare mai il suo Pino: quella richiesta fu raccolta.

Furono invitati i giovani a ricordarlo così come era, uno di loro, allegro, spensierato, morto per una società tranquilla, sana ed onesta.

Fu proposto di intitolare una piazza a Giuseppe ed i consiglieri comunali, all’unanimità di voti, approvarono la proposta.

L’assessore Franco Fiorini e tutti gli altri si commossero per le parole del sindaco.

Nel 1989 il Comune di Tuscania intese quindi intitolare a suo nome una piazza con al centro un artistico monumento commemorativo al Carabiniere, progettato dall’architetto Mauro De Luca.

Alla cerimonia della scoperta della lapide parteciparono una grande folla commossa e moltissime autorità civili: il prefetto di Viterbo Mario Moscatelli, il Sindaco Antonio Marconi e gli assessori; militari: il generale Giovanni Marrocco, il colonnello Calatà e la comandante dei vigili urbani Patrizia Brachetti, e religiose: Fiorino Tagliaferri vescovo della diocesi di Viterbo e Tuscania.

Anche a Palazzago, nel 2021, il Tenente Colonnello Claudio Proietti, comandante del 2° elicotteri Carabinieri di Orio al Serio, andò in visita per rendere omaggio ai tre carabinieri caduti in servizio, prima al cippo a loro dedicato e quindi al monumento in ricordo di tutti i caduti dell’Arma.

Mauro Loreti

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