FdI: “L’agricoltura è un veicolo per buone pratiche, ricerca e sviluppo socio-economico”

Il Dipartimento Agricoltura FdiVt ha incontrato, lunedì 11 dicembre 2022, Confagricoltura, Cia, Assofrutti e Asta. Un tavolo di discussione ricco di spunti e idee per il futuro dell’agricoltura della Tuscia che verrà.

Le associazioni, rappresentate dai loro rispettivi presidenti, e la compagine di Fratelli d’Italia, pongono sul tavolo le questioni urgenti che preme affrontare per dare un segnale di svolta alla delicata situazione in cui verte il settore agricolo della provincia.

Dai campi e dalla categoria degli agricoltori parte un grido di allarme che investe il comparto di cui stiamo parlando, deluso dagli ultimi anni di amministrazione regionale, tanto per fare un esempio. L’agricoltura concepita non solo come la naturale vocazione del territorio ma come veicolo per buone pratiche, ricerca e sviluppo sociale ed economico.

Per garantire tutto ciò bisogna invertire la rotta e attivare le sinergie giuste che possano costruire le basi per un dialogo che porti ad azioni concrete ed efficaci. Gli agricoltori, tutti e nessuno escluso, meritano risposte a temi inascoltati da tempi lontani.

Si pensi, in via di prima approssimazione, alle questioni che possono definirsi “classiche” e che attanagliano la vita agricola, come quella riguardante i cinghiali. Ormai padroni dei campi, questi animali rendono la produzione quanto mai difficoltosa (per non tacere dei disagi causati alla vita collettiva).

Un potenziale pericolo, vista l’assenza di efficienti strumenti economici e di riduzione dei rischi imprenditoriali, i quali, uniti alla mancanza di una programmazione strutturale per sostenere l’anomalia delle ultime annate, lasciano gli agricoltori inermi di fronte alla presenza di tragiche calamità naturali.

Detto altrimenti, agricoltura, ambiente e tessuto produttivo costituiscono una faccia della stessa medaglia sulla quale occorre fare un lavoro certosino per ridare linfa vitale all’agricoltura.

Per ottenere risultati seri e ispirati ai principi di praticità e buon senso, l’esigenza è quella di lavorare di comune accordo con le categorie di riferimento. Una dialettica continuativa che possa sortire i frutti sperati in termini di politica agricola, argomento che manca da tempo e ora, più di sempre, serve all’agricoltura di casa nostra.