I QUATTROCENTO COLPI

400 colpi

“I quattrocento colpi” è il titolo di un geniale film di Francois Truffaut, che fu premiato nel 1959 a Cannes, che narra le peripezie di un adolescente problematico, che il regista farà interprete di altri film con lo stesso attore a mano a mano che questi cresce, seguendolo dalla giovinezza alla maturità.

La traduzione letterale del titolo in italiano non rende il significato francese; faire le quatre cents coups, significa cioè fare casino, fare il diavolo a quattro.

Che c’entra Truffaut con la Res Publica di oggi? Niente!

O meglio, il richiamo al numero 400 è dovuto al fatto che questa rubrichetta è giunta alla sua 400esima puntata; senza dubbio un bel traguardo.

Sono circa 5 anni e mezzo che mi diverto a scrivere, e spero qualcuno si diverta a leggermi, su ON TUSCIA, grazie al suo Direttore ed alla sua redazione, ed uno sguardo retrospettivo ci dice molto della nostra storia, del nostro carattere nazionale, dell’evoluzione ed involuzione delle nostre istituzioni, e del nostro livello culturale.

Renzi, Gentiloni, Conte, Draghi hanno espresso in questi anni come Presidenti del Consiglio dei Ministri, una varietà di modalità, approcci e contenuti di governo, da fare dell’Italia non solo la più dotata in biodiversità enogastronomica e colturale al mondo, ma anche in laboratorio politico in tutte le sue accezioni.

Non solo abbiamo inventato cent’anni fa circa il fascismo, come ci rimprovera Erdogan, ma abbiamo anticipato con Berlusconi i vari tycoon al potere, a cominciare da Trump, e con Grillo i vari comici a capo di movimenti.

Abbiamo nutrito il populismo internazionale di personaggi variegati ed a modo loro geniali nella scoperta di forme di comunicazione e di trasformismo sempre più efficaci ed attuali; abbiamo arricchito i manuali di scienze politiche di ogni tipo di formule, prassi, mosse, finte, scissioni, tradimenti, complottismi, abbandoni, ritorni: altro che la grigia Germania!

Siamo passati dal “Letta stai sereno”, all’intervista saudita; da un PD che passa dal 40% al 18%, una Lega senza Nord dal 15% al 30%, un M5S invece al contrario ed una Meloni in grande spolvero; dal rigore assoluto e crudele nei conti pubblici, ad un libertino “debito buono”; da “Roma Ladrona” a “ Semo de Roma”; con una ammuina parlamentare incessante da un Gruppo Parlamentare all’altro che forse l’opportuna riduzione dei loro componenti indurrà a continenza.

Abbiamo festeggiato, ricordato, celebrato centenari e ricorrenze, riscoprendoci come Italiani sempre nuovi, freschi, originali e geniali; ma anche gaglioffi, irresponsabili, spesso “cor sorcio ‘n bocca” e le dita nel vasetto della marmellata.

Come oggi, a settantasei da quel 25 aprile che per tutti ha dato libertà e speranza, dignità e futuro, non per tutti ha dato un significato certo, solido, condiviso, degno di una nazione veramente unita e solidale, che può affrontare ogni ardua sfida, dalla pandemia alla rinascita economica e sociale.

L’eterna melassa elettoralistica in cui viviamo credo e spero avrà presto termine nei suoi 400 colpi; battuti i quali si tornerà a percepire, amare e seguire la nostra Res Publica.

                                  Francesco Chiucchiurlotto