IL 9 MAGGIO A MOSCA 

Mosca piazza Rossa

Prof. Fabio Marco Fabbri il 9 maggio è l’anniversario della vittoria della Russia sulla Germania di Hitler, per questioni di fuso orario per gli Alleati fu il giorno prima; che significato ha avuto ed ha oggi per il popolo russo questa ricorrenza?

La Grande Guerra Patriottica in cui milioni di russi persero la vita tanto che ogni famiglia può dire di avervi per vittima un parente, ha ancora a distanza di decenni un forte valore simbolico, soprattutto oggi che Putin ha bisogno di rinsaldare il patriottismo di un paese al quale non ha saputo ancora offrire la vittoria promessa.

Ma non sempre la ricorrenza ha avuto la stessa importanza e lo stesso stile di svolgimento: fu Leonid Breznev in occasione del 20° anniversario ad istituire “IL GIORNO DELLA VITTORIA”, una festa con la plateale sfilata nella Piazza Rossa di armi e soldati; dopo la Guerra Fredda, negli anni ’90 Boris Yeltsin ne ridusse la portata con l’eccezione del 1995, 50° della vittoria sui tedeschi, invitando a Mosca Bill Clinton, in un clima di grande distensione, anche se era in corso la prima guerra di Cecenia (1994/1996).

E’ nel 2000 con l’avvento di Vladimir Putin al potere che il 9 maggio si trasforma da festa popolare in “sacra ricorrenza patriottica”, esaltazione dell’identità della Russia e dei contenuti ideologici legati ad una rilettura della storia come continuità degli autocrati che da sempre la governarono.

– Quindi uno dei messaggi significativi del 9 maggio di oggi è la conferma di Putin come un nuovo Zar, e l’esibizione muscolare delle sue armi come rassicurazione all’atavico senso di insicurezza dei russi?

E’ il risultato minimo che ci si attende, come avvenne il 9 maggio 2014 con Putin a Sebastopoli, il porto della Crimea appena conquistata, che da una lancia passa in rassegna la flotta in parata e sbarca in un tripudio di ovazioni, applausi, bandiere.

A proposito di bandiere, non sfugga il segnale dell’aquila bicipite zarista aggiunta al tricolore bianco, rosso e blu ante rivoluzione; sono tutti elementi di una narrazione imperialeche punta alla riconquista dei confini del 9 maggio 1945.

– La denazificazione come motivo dell’invasione trova un aggancio ai contenuti dei messaggi di forza vittoriosa che oggi si celebrano sulla Piazza Rossa?

Sicuramente questo del richiamo della sconfitta del nazismoè un formidabile argomento di gloriosa storia patria e di abile propaganda, anche se usato con la disinvoltura di un Lavrov diviene un boomerang mediatico; tradizionalmente sfilano i vecchi ritratti degli eroi che fermarono e sconfissero i tedeschi e quindi tutto porta all’”operazione militare speciale”, che proprio in quanto tale non dovrebbe disturbare più di tanto se non si è ancora conclusa.

Nessuno si pone il problema se veramente il nazismo abbia messo radici in Ucraina, di quale percentuale di consenso vi abbia, di quanta veridicità abbiano gli scoop delle forze speciali russe che scoprono davanti alle telecamere nuovi covi; il richiamo istintivo alle barbarie subite durante l’occupazione tedesca basta ed avanza.

Il 9 maggio è di per sé già da anni confezionato per esaltare Putin, ed il suo richiamo al patriottismo ed al ruolo storico, mitico e “sacro” (Kirill docet) della Russia; quindi ogni novità che egli oggi vorrà aggiungere, sarà ad abundantiam!


Francesco Chiucchiurlotto