NUBE TOSSICA

Draghi

E’ come se all’improvviso una enorme nube tossica ci sovrasti ovunque: da dove poggiamo i piedi sino a qualsiasi orizzonte intorno a noi: è qualcosa di opprimente, perché incomprensibile; angosciante perché foriera di disastri; indescrivibile, perché le parole della politica sono da tempo esaurite e nè il sarcasmo, l’ironia o la più sfrenata fantasia possono soccorrerci.

Poiché il nostro pensiero non può andare al di là delle parole che conosciamo, siamo anche senza pensieri, non riusciamo a pensare come e perché Mario Draghi si sia dimesso, come e perché davanti ad un concentrato di emergenze mai visto (pandemia, guerra, inflazione, siccità, debito pubblico, spread, borse, dollaro), un governo di unità ed emergenza nazionale vada in pappa ed i Capi delle sue componenti si guardino la punta delle scarpe alla ricerca di un vantaggio purchessia da trarre dalla situazione, drammatica e forse non seria.

Viene allora in mente la retorica della Nazione, del Patriottismo, del Popolo Sovrano, mentre guardiamo quel che resta dei nostri partiti, nati perchè la Costituzione assegna a tutti i cittadini non altro che il diritto di associarvisi liberamente, per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.

Lo spettacolo dei partiti oggi è desolante: non solo sono crollate le iscrizioni, sparite le forme di partecipazione, cancellati i controlli, saltati statuti e regolamenti, ma la personalizzazione del potere ha raggiunto e sostituito ogni parvenza di organismo collettivo e democratico.

Restano gli istinti di sopravvivenza e l’aggressività difensiva di ciò che si è ottenuto in termini di poltrone, privilegi, denaro.

Ma il punto vero è Mario Draghi, il secondo Supermario che stiamo divorando.

Il suo destino era fare il Presidente della Repubblica, rappresentare l’Italia con il prestigio e le capacità che tutto il mondo gli riconosce; sprovincializzare la politica italiana facendoci alzare la testa dal pollaio in cui siamo ridotti a contemplare improbabili galli-nacei; esercitare un ruolo super partes nell’ammirazione dell’Europa e del resto del mondo.

Ha prevalso il piccolo cabotaggio, il chiacchiericcio, l’irresponsabilità, sino al ricorso a Mattarella, che ha evitato il caos solo per pochi mesi.

Draghi non è un politico e non poteva fare quel che sa fare, salvare l’Italia dopo aver salvato l’euro, perché siamo il paese dell’1 vale 1, che è alla base della nostra democrazia e non la scoperta dei 5stelle, perché il voto di un Laqualunque, conta quanto quello del migliore tra noi; allora ci soccorre la politica, anche vigente, dove la coerenza è un difetto; la bravura, l’impegno, il genio sono delle debolezze; dove senza menzogna, maneggio, segreto, non si va da nessuna parte.

Mario Draghi sinora si è mostrato inadeguato alla “politica”; ha puntato sulla competenza, sul prestigio, su risultati palesi, che non sono niente per chi deve recuperare un Di Battista, o un 2% di consenso, o per chi scalpita per riscuotere quel che i sondaggi promettono.

La nazione, l’Italia, il popolo? Ci pensa Dmitrij Anatol’evič Medvedev a sbeffeggiarci, e questa nube tossica che ci sovrasta e che se si andrà veramente e follemente al voto in autunno non potrà che far piovere piogge acide sulle nostre teste.

Francesco Chiucchiurlotto