ORWELL 1984

war is peace

Se non avete letto “1984”, il romanzo che George Orwell pubblicò nel 1949, fatelo; e se l’avete letto, rileggetelo, perché è incredibilmente attuale rispetto alla Russia di Putin in guerra con l’Ucraina.

Mi è venuto in mente come una rivelazione improvvisa mentre ascoltavo un giornalista russo in forte imbarazzo per non poter pronunciare la parola “guerra”, dovendo usare “ operazione militare speciale”; in osservanza di una sua legge con severe sanzioni.

Uno dei capisaldi del regime oppressivo descritto nel romanzo, è appunto la “neolingua”, cioè l’uso di parole per descrivere fatti, situazioni e cose, diverse dal loro intrinseco significato, cambiate poi a secondo della convenienza (del partito).

Infatti con la neolingua ammessa e controllata dal partito unico, si riscrivono continuamente le analisi storiche, le scienze umanistiche, i termini fondanti

Oceania con capitale Londra è una delle tre superpotenze, insieme alle nemiche Eurasia ed Estasia, guidata dal partito unico del Grande Fratello, che attraverso schermi interattivi controlla le classi dirigenti, mentre il resto della popolazione, i Prolet poveri e semianalfabeti, vivono una sorta di schiavitù produttiva.

L’unica forma di pensiero ammissibile in Oceania è il Bispensiero, che si condensa in alcuni slogan del partito, “La menzogna diventa verità e passa alla storia”, “Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato”.

Non è impressionante l’analogia con la ricostruzione storica adattata e falsata di Putin e delle sue innumerevoli guerre (Cecenia, Georgia, Crimea, Siria, Libia, Donbass, Ucraina, e tra un poco il Mali)?

Così controlla il passato attraverso il “presente” del regime degli oligarchi e l’eliminazione fisica di ogni oppositore, ed anche di censura ed indottrinamento, e quindi controlla il suo futuro, a meno di errori e sottovalutazioni sempre possibili, come il mancato blitz.

Il protagonista del romanzo è un impiegato Winston Smith, che attraverso una storia d’amore con una collega, Julia, si oppone al regime e comincia a cospirare con un gruppo clandestino, ma viene tradito e consegnato al Ministero dell’Amore, in realtà alla polizia politica che quel nome artato indica, e viene sottoposto ad una particolare pratica di rieducazione.

Nel corso della prigionia Winston, evidentemente refrattario al normale condizionamento sociopolitico, subisce una tortura con cui viene portato ad allinearsi  al Bispensiero, che è divisa in tre fasi: apprendimento, comprensione, accettazione, che lo porta a tradire sia Julia che la sua causa di liberazione.

Anche qui un flash rivelazione su quanto affermato dal Prof. Alessandro Orsini, l’eroe a pagamento della Berlinguer, che persegue la pace in altrettante tre fasi: smettere di demonizzare l’avversario politico; normalizzare il nemico politico, infine umanizzare il nemico politico. “Queste sono le tre pre-condizioni per poter sedersi al tavolo della pace.”

Ma è una coincidenza orwelliana e non altro; la speranza è che l’attuale guerra non finisca come nel romanzo con la vittoria del Grande Fratello, più o meno umanizzato, naturalmente.

Francesco Chiiucchiurlotto