Barabbata, Marta ha festeggiato la Madonna Santissima del Monte

Per Marta e i suoi abitanti la festa della Madonna Santissima del Monte, è un giorno davvero unico e speciale, l’apoteosi di un lavoro lungo e pazienze di preparazione e preghiera che dura un anno intero, un’emozione infinita premiata da una giornata di sole. Ne sono orgogliosi, i martani, e sono talmente appassionati e coinvolti da riuscire a trasmettere la gioia, l’entusiasmo, l’emozione ai tanti ospiti che giungono al paese.

I fiori sono il punto focale della manifestazione, ciambelle tipiche e prodotti agroalimentari sono il contorno ai carri e l’atmosfera accogliente in ogni via e ogni piazza è una prerogativa per la Barabbata.

Gli attori della manifestazione sono adulti, giovani, anziani, bambini, tutti partecipano con la passione trasmessa dai genitori e dai nonni. È una festa tradizionale tra le più singolari e amate del centro Italia, la festa della Madonna del Monte o delle Passate, chiamata anche Barabbata. Nel 2009 la festa della Madonna SS.ma del Monte è stata catalogata nell’ambito del Progetto integrato per il Patrimonio Culturale e Immateriale e la Diversità Culturale PACI (il Vescovo Piazza che ha assistito ad una parte della manifestazione ha espresso parole di meraviglia per una manifestazione religiosa che non conosceva).

Tale Progetto si fonda sulla Convenzione Unesco per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale (Parigi, 2003) e sulla Convenzione Unesco sulla protezione e promozione delle espressioni della diversità culturale. Si tratta di una festa antica, risalente almeno al 1557, ma alcune fonti storiche ci parlano di una tradizione ben più remota. Pur celebrandosi ogni 14 maggio, nel paese è sempre vivo il pensiero e il ringraziamento alla Madonna del Monte come fosse la patrona del paese; ne sono un esempio: gli incontri mensili di preghiera e canto che organizza il parroco Don Roberto ogni 14 del mese al santuario; le fiaccolate che partono dal paese e arrivano in processione al Monte accompagnate da preghiere, canti e inni in nome della Vergine; le molteplici visite e pellegrinaggi che ospita il Santuario.

Alle ore 8,30 e iniziato il raduno dei partecipanti al Corteo sul lungolago G. Marconi. Alle 9,00 la banda musicale, con le graziose majorettes vestite in bianco e azzurro, da piazza Umberto I accompagna i “Signori” delle 4 categorie sul lungolago G. Marconi dove, alle ore 9,15, il Corteo storico inizia a sfilare per raggiungere il santuario della Madonna del Monte.

È proprio durante la “salita al monte” che la festa raggiunge il suo culmine, con la fatica dei “Passanti” nel trascinare i propri carri fino al Santuario, unita alla fortissima emozione che tutti avvertono. Quest’anno sono oltre 600; 400 solo i “Villani”.

I Passanti con i carri si sistemano nell’area retrostante al santuario per consumare il pranzo, sempre osannando Maria SS.ma. Il corteo storico è composto, nell’ordine, da 4 categorie: i Casenghi, i Bifolchi, i Villani e i Pescatori. Aprono il corteo i Casenghi, che un tempo avevano il compito di sorvegliare le tenute e le case dei proprietari terrieri. Sfilano a cavallo, preceduti dal Signore della categoria che reca un palio azzurro con il monogramma di Maria. La seconda categoria è quella dei Bifolchi, coloro che lavoravano e aravano i campi con l’aratro a chiodo trainato dai buoi, simbolo questo ricamato anche sul palio che apre la sfilata della loro categoria.

Il loro vestiario è composto da: cappello maremmano come i casenghi, camicia bianca o celeste, pantaloni di fustagno e corpetto dello stesso materiale. Oltre che con buoi, pecore asini, i bifolchi hanno sfilato nel corteo con gli attrezzi del loro lavoro.

Sulle Fontane (i carri) è presente sempre un’immagine della Madonna del Monte o il suo monogramma. I Pescatori, l’ultima categoria dei lavoratori presente nel corteo, furono ammessi solo a partire dal 1608. Seguiranno poi il Clero, le Autorità Civili con il Gonfalone Comunale e il popolo.

Lungo il percorso che dalle rive del lago porta al Santuario, i diversi canti mariani sono cadenzati dal tradizionale inno alla Madonna del Monte in un crescendo di gesti rituali, gioia ed euforia generale. Quando il Clero giunge davanti alla “Madonnella”, ai piedi della salita che porta al Santuario, si inginocchia ed intona l’Ave Maris Stella che viene cantato alternando ciascuna strofa con un diverso ritornello musicale eseguito dalla Banda mentre si procede verso la chiesa. Tutti entrano in chiesa.

Estremamente bella quest’anno la decorazione sulla porta, realizzata con cura anche dalle donne del paese. Consumato poi un pranzo frugale, il corteo è ridisceso verso la piazza centrale del paese con in coda il sindaco della città. Tutti in piazza per ricevere da Don Roberto la benedizione.