Scorie radioattive, Orizzonte Lazio: «Montalto di Castro ha già dato!»

Radioattive

«Una seria minaccia ecologica ed economica aleggia sul territorio del comune di Montalto di Castro: il nucleare. Nonostante due referendum, l‘ultimo nel 2011, in cui gli italiani hanno detto un no deciso all’energia nucleare, l’Europa la vorrebbe includere tra le energie verdi ed ecosostenibili.

È bene ricordare che il comune di Montalto di Castro è tra i siti “fortunati” scelti dalla Sogin come possibile sede per un eventuale deposito per le scorie radioattive di breve e lunga decadenza. Almeno 300 anni per le scorie radioattive a breve decadenza (in realtà 400) e migliaia di anni per quelle a lunga. Le prescrizioni internazionali vietano di mettere nella stessa sede scorie a breve decadenza e scorie a lunga le quali richiedono un impianto di trattamento perché particolarmente pericolose. In Francia ad esempio puntano a “tombare” le scorie a lunga decadenza a 500 metri di profondità in un sito geologico. Perché in Italia non si fa?

Se ciò non bastasse, l’Enel Infatti ha presentato un progetto alla fine del 2019, già autorizzato dal Governo, per rimettere in funzione la centrale di Montalto di Castro, sostituendo 4 delle 8 unità di produzione a gas attualmente esistenti nel sito per produrre energia elettrica. Si tratta secondo il progetto di quattro 4 unità di produzione a gas di nuova generazione da 150 megawatt, per un totale di 600 MW. Gli effetti immediati sul territorio sarebbero per ogni ora di accensione per ogni unità di produzione a gas da 150 MW l’emissione di fumi (previsione del progetto) per  1.300.000 NM3/ora, con 85 tonnellate di CO2, 40 kg di ossidi di azoto e 40 kg di monossido di carbonio. Ovviamente se dovessero entrare in funzione tutte e quattro le unità produttive questi quantitativi andrebbero moltiplicati di conseguenza.

Non sono evidenziate nel progetto, che è su Internet, e neppure sono previste nella concessione del Governo, che è in Gazzetta Ufficiale, misure tecniche per l’abbattimento massimo possibile delle emissioni a tutela delle persone e dell’ambiente.

L’Amministrazione Comunale non lo ha preteso prima di ogni altra decisione e non ha posto condizioni a tutela della salute dei cittadini ma ha chiesto solo soldi per le difficoltà di bilancio e delle ricariche elettriche. In pratica le medicine dovremo comprarcele da soli.

Quindi nel territorio del comune di Montalto di Castro verrebbero costruiti a distanza di pochi chilometri due ecomostri che andrebbero ad incidere negativamente oltre che sulla salute delle persone anche sull’economia del paese, costituita principalmente da agricoltura e turismo che verrebbero compromessi.

Come Orizzonte riteniamo che Sogin tanto più ora che è a conoscenza del progetto di rilancio della centrale Enel deve decidere di escludere i siti di Montalto di Castro da quelli ritenuti idonei per il deposito delle scorie radioattive per incompatibilità con il territorio.»

Orizzonte – Circolo Lazio