Montefiascone. 190mila Euro per il tratto laziale della Umbro Casentinese

Umbro-casentinese

La notizia pervenuta dalla Regione Lazio nella quale si dice che sono stanziati notevoli risorse per la manutenzione stradale, dei quali ben centonovantacinquemila per il tratto della Umbro Casentinese, è stata ben accolta a Montefiascone.

A suscitare alcune perplessità, è la tematica di come questi investimenti vengono effettuati e sui quali da anni ci si sta battendo. La razionalizzazione degli investimenti secondo gli orientamenti suggeriti dall’epidemia aiutano in questo senso. Ogni volta che si parla d’investimenti nella viabilità ci si riferisce al rifacimento del mano d’asfalto sulla carreggiata. Cosa molto limitativa ed ormai fuori dal contesto in cui tale operazione va fatta. È necessario rivedere gli investimenti sulla viabilità con una filosofia diversa tendo conto che il mondo del trasporto, specialmente quello industriale, è completamento mutato.

I grandi automezzi e tir di questi ultimi cinque anni non si erano mai visti prima, mentre le strade sono rimaste nella loro limitatezza di cinquant’anni fa, quindi non sono più in grado di sopportare il nuovo traffico che, tra l’altro è in continuo aumento.

Quando si parla di investimenti nella viabilità è ora di pensare alla modernizzazione dei tracciati, all’eliminazione di tratti tortuosi; è ora di procedere all’ampliamento della carreggiata, su alcune strade la larghezza dei tir è superiore alla corsia.

Tornando agli attuali investimenti regionali sulla Umbro Casentinese, per essere ben spesi, è ora di intervenire radicalmente per l’adeguamento della sede stradale nella zona industriale delle Guardie, riducendo le curve, ed ampliando la sede stradale come, molto intelligentemente, ha fatto la regione Umbria.

Di soldi investiti nel tratto laziale ne abbiamo visti già tanti, ma, alla realtà concreta, non hanno portato alcun beneficio; qualche impianto luminoso in curva fermo, porta catarifrangenti laterali inesistenti, strisce sbiadite, paline segna chilometri in banchine assenti, in caso d’incidente non si a quale chilometro ci si trova.

Va considerato che raddrizzando i percorsi si abbreviano le distanze, si riducono i chilometri per cui la manutenzione poi ne ha giovamento. Un conto asfaltare X chilometri tra una località e l’altra un conto, sulla stessa distanza asfaltarne molto di meno recuperato con la modifica e la razionalizzazione del tracciato.

Pietro Brigliozzi