Montefiascone, irrazionale la distribuzione delle fermate dei bus a Porta di Borgo

Autobus Montefiascone

Nei dintorni di Porta di Borgo a Montefiascone le paline indicanti le fermate dei bus extra urbani sembrano essere state installate senza logica alcuna.

Quando ci sono i mezzi in sosta rallentano la normale circolazione di tutta la zona poiché non ci sono le distanze necessarie tra una fermata e l’altra.

Nell’area vi sono anche attraversamenti per pedoni, segnalati con le apposite strisce bianche in terra, per cui la sosta dei bus riduce la visibilità delle persone che devono attraversare.

In quest’area, c’è: la confluenza della provinciale Verentana sulla statale Cassia Nuova; a distanza di circa venti metri l’innesto di Via Cassia Nuova con Via Cassia vecchia, meglio conosciuta come discesa o salita di Mimmi; difronte il noto Bar Italia l’accesso su Piazzale Roma e l’uscita dal medesimo; di fronte lo sbocco di Via della Croce sulla statale Cassia senza dimenticare lo sbocco di via del Corso.

Le diverse tabelle di fermata, se pur a richiesta, installate in questa area non tengono conto di quanto stabilito dall’art. 352 (Fermata degli autoveicoli in servizio pubblico di linea per trasporto di persone) in riferimento agli art. 157/163 del Regolamento del nuovo Codice della Strada.

Senza dimenticare che non solo mancano i golfi di ricovero, ma non sono circoscritte neanche gli spazi sulla carreggiata.

Considerando che nel vicino Piazzale Roma vi sono adeguati spazi per la sosta, che dista dai punti dove sono installate le paline soltanto pochi decine di metri, sarebbe sufficiente soltanto quell’unica fermata sul piazzale.

Una palina si trova addirittura a qualche metro dalle strisce degli attraversamenti pedonali; un’altra si trova sull’innesto tra Verentana e Cassia; un’altra si trova sulla Cassia e, nei due casi, la lunghezza del bus, in stato di sosta, non libera la confluenza delle due strade.

Prima che accada qualcosa di grave è estremamente necessario rimuovere tutte le paline razionalizzando le fermate.

 Pietro Brigliozzi