Montefiascone, positiva la conferenza sulle visite Pastorali

La conferenza, indetta dall’Centro Iniziative Culturali di Autunno, che si è tenuta questo pomeriggio, preso la sala conferenze della Biblioteca Comunale nella città di Montefiascone, ha ricevuto un grande successo sia per le nuove informazioni che per i riferimenti storici di vita sociale di quel periodo storico.

Il relatore è stato il prof. Luciano Osbat, responsabile e curatore dell’archivio vescovile diocesano unificato che si trova presso nei palazzi della sede vescovile di Viterbo. Gli archivi confluiti ed attualmente costituenti un unico archivio generale, sono quello delle diocesi di Viterbo, Montefiascone, Acquapendente, Bagnoregio e Tuscania ed una parte di Tarquinia.

La conferenza ha riguardato in modo specifico le Viste Pastorali sulla diocesi di Montefiascone da loro inizio, intorno al millequattrocento, fino all’unificazione delle diocesi, intono agli anni millenovecentosessanta.

Lo studio e la conoscenza dei contenuti di questi carteggi, riuniti in faldoni, è molto importante per capire principalmente la realtà ecclesiastica del periodo, senza dimenticare la loro testimonianza sull’andamento della alla vita civile e sociale, almeno dal millequattrocento fino ai primi trent’anni del millenovecento.

Nei carteggi, sono riportati tutti verbali che i vescovi redigevano attraverso convisitatori, notai e scrivani che portavano a loro seguito nell’effettuare dette visite. Durante le visite di tre livelli, Locale, Personale e Reali, venivano esaminati in mood dettagliato tutti gli elementi di vita del clero e delle strutture materiali delle chiese; dalle strutture degli altari, agli inventari dei paramenti sacri. Una particolare attenzione veniva posta su come il singolo prete, parroco o presbitero amministrava le risorse economiche con una specialissima attenzione sui registri per le Messe da celebrare a favore dei defunti secondo i lasciti ed i benefici che ogni altare aveva ricevuto in dono, senza tralasciare le modalità con le quali venivano prestate le opere di beneficenza verso la popolazione.

Queste visite, specialmente nei primi secoli, coincidenti con il Medio Evo, si dovevano tenere almeno una volta all’anno e servivano per verificare il livello di fede delle popolazioni e se tra di esse fossero sorti eretici che sarebbero stati processati. Il tutto alla luce di quanto prescrivevano i Vari Concili antichi e soprattutto quello di Trento.

Brigliozzi Pietro