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Macchina di Santa Rosa: tutti al Teatro Unione prima del trasporto

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Domenica, giorno di festa ma anche giorno di superfesta per Viterbo, infatti la città è pronta per il trasporto della Macchina di Santa Rosa, l’ultimo per Gloria, una macchina che rimarrà nei cuori di tutti coloro che l’hanno vista transitare sulle strade di Viterbo. Al  Teatro dell’Unione, come di consueto prima del Giro delle Sette chiese, si sono riuniti i facchini insieme alle maggiori autorità religiose, civili e militari, nonché i rappresentanti della rete delle Grandi Macchine a spalla. E questa mattina il comitato tecnico, le forze dell’ordine e di sicurezza hanno effettuato rigorosi sopralluoghi lungo il tragitto del trasporto.  

La Sindaca Chiara Frontini, chiaramente euforica, ha dichiarato: “Il patrimonio che noi cittadini viterbesi teniamo nel cuore è patrimonio dell’umanità intera. – Tutte le emozioni, il senso di comunità sono patrimonio immateriale dell’umanità. Vi prego, facciamo sentire viva la tradizione che quest’anno ha visto partecipare 25 bambine come mini facchini”.

Le parole della Sindaca hanno riscosso applausi e consensi per l’inserimento dei mini facchini di sesso femminile per la Mini Macchina del Centro storico. Del resto, le tradizioni si aggiornano ed è importante la parità di genere anche nelle feste popolari.

Il Vescovo di Viterbo, Francesco Orazio Piazza, che ieri ha participato alla processione con il Cuore di Santa Rosa trasportato dai Facchini di Viterbo e Palmi, rivolgendosi ai facchini ha affermato: “Vi sono molto grato. Per me è il primo anno. Questa frenesia celebrativa l’ho potuta sperimentare attraverso un insieme di voci che mi hanno mostrato la realtà complessa che è la festa di Santa Rosa, che riguarda vari ambiti, coinvolge tutte le istituzioni. E irri ne ho avuto un primo assaggio”.  

Il vescovo ha poi ricordato le tre parole che animano il trasporto: “Consapevolezza, fierezza e gioia”. 

Il presidente del sodalizio Massimo Mecarini, che ha introdotto l’incontro, rivolgendosi al Vescovo ha affermato: “Sento e tutti noi del Sodalizio sentiamo  la sua vicinanza”. 

Il presidente della Provincia Romoli ha evidenziato la coralità e l’autenticità dell’iniziativa, nella festa più emblematica della Tuscia e ha ricordato due parole significative: “Coralità e autenticità”; il presidente ha poi rivolto un ringraziamento a tutte le istituzioni, alle  forze dell’ordine e ai  facchini che hanno lavorato coralmente per garantire la sicurezza di chi partecipa  alle iniziative. “L’autenticità l’ho apprezzata anche alle cene dei facchini. Tutti facciamo riferimento a Santa Rosa che scandisce anche i tempi della società viterbese con il fatidico “dopo Santa Rosa”. È una macchina non diffonde guerra, ma di pace. Che la serenità che contraddistingue oggi, possa sempre caratterizzare Viterbo”.

Il consigliere dell’Enit, Sandro Pappalardo, ha parlato della vicinanza dell’Enit da questo anno e che spera possa esserci anche in futuro, visto che tradizione, cultura, turismo, grandi eventi sono inscindibili.

Il consigliere Pappalardo ha ricordato che l’Enit ringrazia tutti per l’organizzazione dell’evento.

L’on. Rotelli ha detto: “Ringrazio l’Enit. La città dà il meglio in questi giorni, ma noi V ogliamo bene a questa città 365 giorni l’anno”.

Patrizia Nardi ha ringraziato i facchini di Santa Rosa per aver raggiunto uno degli obiettivi Unesco: la parità di genere. Ha poi ricordato i 10 anni di cammino Unesco.

Luca De Risi ha posto l’accento sulla necessità di preservare queste tradizioni e ha evidenziato come il vescovo Piazza sia subito entrato nel cuore della festa. “Avere Pastori vicino è fondamentale”, ha detto. Poi riferendosi a Raffaele Ascenzi, costruttore di Gloria, ha asserito: “La tua macchina è spettacolare!”.

Vincenzo Fiorillo ha aggiunto: “Noi abbiamo dato tanto a questa Macchina. Abbiamo dato tutto. Nessuno degli operai che hanno lavorato per la Macchina  si è mai tirato indietro né con il cattivo tempo né in altre condizioni. Grazie anche alle nostre famiglie che ci hanno sopportato e supportato”.

Massimo Mecarini  ha ringraziato I facchini “super”, ragazzi speciali che sono entrati  quest’anno a far parte del team.

Raffaele Ascenzi, visibilmente commosso, ha detto che le lacrime sono arrivate e arriveranno. Poi ha ricordato: “Abbiamo 5000 preghiere conservate  dentro la Macchina” sono i preziosi doni fatti da Suor Francesca a Gloria.

Il professor Morales ha ribadito: “La Macchina è un esempio unico per la solidarietà. Condivido con voi le emozioni. Chiamarle macchine di pace è il messaggio più importante”.

Pino Loddo ha ricevuto un riconoscimento per 50 anni di trasporti al Pilastro. Gianni Baiocco, presidente del Comitato Centro storico ha affermato: “Vivo questo ambiente da quando avevo 3 anni e ringrazio tutti i membri del Comitato”. Ha inoltre spiegato le ragioni che hanno portato a inserire le ragazze nel trasporto.

È intervenuto anche Gianni Parcella di Palmi, che ha ringraziato le città unite nella rete delle Grandi Macchine a spalla. “Qui impariamo ordine e unità”.

Infine è stato il turno di Nello Celestini ex capo facchino, che ha ripercorso la storia del Sodalizio. Sono stati presentati i nuovi facchini che quest’anno hanno arricchito il gruppo. Fra essi Francesco Aspromonte e tre fratelli.

Daniele Sabatini , consigliere regionale, ha proposto di cambiare il nome di Belcolle con ospedale Santa Rosa, come luogo di cura e speranza. 

Sul palco sono saliti infine il presidente dell’Avis Mechelli e il gen. Andrea Di Stasio, in rappresentanza di tutti gli uomini in divisa. Il generale ha parlato del sorvolo del Cuore di Santa Rosa sulla città, in particolare sui luoghi di dolore e speranza, un momento estremamente significativo e importante. 

Massimo Mecarini ha voluto dire a tutti che quest’anno è stato battuto il record con le cene dei facchini e ha incoraggiato i ragazzi come lui sa fare. “Rendiamo onore tutti a Santa Rosa! Voi siete i leoni di Viterbo – ha detto -. Onoratela e onorate Viterbo. La nostra divisa resta cucita addosso tutti i giorni dell’anno”.

Infine il capofacchino Sandro Rossi ha detto: “Ho rassicurato il Prefetto, prima di salire sul palco, ci siamo messi tutti intorno ad un tavolo onde evitare equivoci. I facchini sono carichi, anche le 12 reclute, fra i quali 3 fratelli. Ciò che spinge una persona a fare il facchino è la vocazione. Il trasporto è attesa, pazienza, amore”.

In conclusione tutti in Piazza per il Giro delle sette chiese.

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