MANCANZE

Mercato Natale

Ci manca (a me e ad altri come me) la pace, non solo perché c’è la brutale guerra in Ucraina scatenata da un potere autocratico, tirannico e sanguinario, ma perché dopo 77 anni di non belligeranza tra europei, usi a scannarsi periodicamente, ne abbiamo perso il senso profondo, che è quel “si vis pacem para bellum” di millenaria saggezza romana, e che cadendo in un limbo infantile ci ha procurato questo drammatico risveglio.

Ci manca anche la guerra, perché infatti non vola alcuna pallottola sulle nostre teste, né lampi e tuoni all’orizzonte annunciano bombardamenti sulle nostre centrali elettriche, scuole, ospedali; giornali e televisioni ce ne mostrano gli orrori come del resto hanno sempre fatto, dal Viet Nam, al Biafra, dall’Iraq al Kosovo.

Ci manca l’indignazione necessaria a reagire alle morti adolescenziali per emorragia vaginale ed anale perpetrate da criminali arruolati nella polizia “morale” di regimiteocratici che trova solo nell’esercizio del terrore il fondamento della propria sussistenza, nel terrore, stavolta proprio, che la caduta di un velo li distrugga; oppure che la vita e la libertà di una donna in una università, riveli il vuoto del loro potere.

Ci manca la Fede, quella dei nostri padri che non siamo riusciti a trasmettere ai nostri figli e nipoti, sperperandone non solo i costrutti dottrinari, le prassi e le liturgie sedimentate nei secoli dei secoli, ma anche quelle emozioni sincere ed unificanti che formavano e mantenevano una comunità religiosa sotto ogni campanile, e che si sentiva invincibile perché sempre dalla parte giusta e protetta.

Ci manca la gente, la popolazione, il popolo, i cittadini, perché anche quest’anno ci sono 200.000 Italiani in meno; crollo demografico, culle vuote, spopolamento, sono le emergenze più esiziali e pericolose che possa correre una Nazione, (ma va bene anche Paese, Repubblica, Stato), che però non sono neanche avvertite come tali; e mentre corrodono lentamente il nostro tessuto organico vitale, culturale ed alla fine socioeconomico, ci occupiamo di altro.

Ci manca la Rivoluzione, almeno per chi di sinistra ha vissuto sino alla Caduta del Muro nel mito di quella d’Ottobre, che sull’eco delle cannonate della nave da guerra AURORA aveva costruito da speranze, orrori; ma ci manca anche la lucidità per riconoscere che c’è un’altra Rivoluzione alla quale fare riferimento oggi, quella Francese del 1789, che impose i valori di libertà, uguaglianza e fraternità, che sono attualissimi sia nel dibattito politico di oggi ovunque, sia nelle necessità di questo nostro pianeta travagliato: basterebbe declinarne i contenuti per avere una “neoideologia” per la quale valga impegnarsi a fondo.

Ci manca la neve, quella che al mattino ci faceva correre alla finestra per ammirarne lo spettacolo sempre uguale e diverso, così silenzioso e solenne; la neve che diventava farina da spargere sul presepe, quella che scricchiolavasotto i nostri passi, graditissima se arrivava durante le festività natalizie.

Ci mancano tante cose che comunque abbiamo sostituito con altre: certo un Natale a 16°, è ben strano, ma alla fine ci si adatta e con qualche fatica e molta immaginazione, si riesce a trovare motivi di festa intorno a noi e dentro di noi.

Questo è l’augurio che faccio a quei “venticinque lettori”, come diceva il Manzoni, che mi seguono. BUON NATALE !    

Francesco Chiucchiurlotto