Rete degli Studenti Medi Viterbo: “Il problema della salute mentale dei e delle giovani va affrontato in maniera strutturale”

Rete studenti

Di ieri la notizia di una quattordicenne che ha tentato di tagliarsi le vene a Prato Giardino. Il fatto ha fortunatamente avuto un esito non tragico: la ragazza è stata soccorsa e non è in pericolo di vita. Di tragico, però, – comunicano da Rete degli Studenti Medi Viterbo – resta l’avvenimento in sé, che ci invita ancora una volta a riflettere sulla condizione della salute mentale dei giovani.

A seguito della pandemia il tema della salute mentale di ragazze e ragazzi di tutto il paese è stato riconosciuto come una questione  urgente, ma è importante comprendere come questo scenario non nasca adesso e come non possa essere ridotto a una semplice conseguenza del Covid. I giovani, infatti, sono la categoria che in questi anni ha subito il più grande tracollo psicologico, e possiamo parlare di un vero e proprio problema generazionale.

Alcuni mesi fa come Rete degli Studenti Medi abbiamo portato avanti l’indagine “Chiedimi come sto”, che ha raccolto più di 30.000 testimonianze di giovani da tutta italia tra i 13 e i 23 anni riguardo al tema della salute mentale. I dati emersi sono una conferma del diffuso malessere percepito: il 28% dei ragazzi e delle ragazze ha avuto esperienza di disturbi alimentari, il 14,5% ha avuto esperienze di autolesionismo, il 10,3% ha avuto esperienze di assunzione di sostanze durante gli ultimi due anni e il 12% ha avuto esperienza di abuso di alcol. Sempre negli ultimi due anni, anche a causa della pandemia, i giovani hanno visto crescere sentimenti come noia (aumentata per il 68% dei ragazzi e delle ragazze), demotivazione (66,2%), solitudine (62,7%) e ansia (59,7%) e in generale, è diminuita la serenità per il 55,8% dei e delle giovani.

Nonostante i dati siano allarmanti ed evidenzino una situazione sempre più critica, che in tragici casi sfocia in ricoveri ospedalieri o in suicidi, un vero impegno per arginare il problema non esiste ancora. La cura della salute mentale resta un privilegio che non tutti si possono permettere, e anche le misure di supporto alla famiglie economicamente in difficoltà vengono diminuite. Come ci mostra l’ultima legge di bilancio, infatti, i fondi destinati al bonus psicologo sono stati ridotti dai 22 milioni messi a disposizione l’anno scorso a 5 milioni previsti per il prossimo anno, riducendo la platea dei beneficiari. Inoltre, la proposta di legge datata 2020 per l’istituzione dello psicologo di base è precipitata nell’oblio. 

La situazione nelle scuole non è migliore: nonostante l’obbligatorietà per le scuole superiori di fornire gratuitamente servizi di supporto psicologico a studenti e studentesse, in molti istituti è assente la figura dello psicologo scolastico, o, se presente, la sua attività non è sufficiente per soddisfare tutti coloro che ne hanno bisogno a causa della mancanza di ore a disposizione, per le difficoltà di spostamento tra le varie sedi o per una scarsa pubblicizzazione del servizio.

I problemi legati all’affrontare situazioni critiche, tuttavia, non sono esclusivamente pragmatici: una forte difficoltà deriva anche dalla percezione che spesso si ha dei disturbi mentali. La scarsa sensibilizzazione e consapevolezza sul tema, infatti, porta spesso chi non è coinvolto in prima persona a non comprendere, ignorare o sminuire le difficoltà altrui. Non a caso, nella ricerca “Chiedimi come sto” secondo i ragazzi e le ragazze gli adulti guardano ai più giovani come a una generazione spensierata e con poco senso del dovere, situazione che porta il 73,6% a percepirsi come sottostimati dagli adulti. 

Eppure, ogni giorno veniamo a conoscenza di casi che in maniera diretta o indiretta evidenziano l’urgenza di intervenire sulla situazione mentale dei e delle giovani, e l’episodio che ieri ha scosso i giornali viterbesi è, purtroppo, un caso simile a molti altri.

Crediamo che sia fondamentale che il problema della salute mentale dei e delle giovani sia affrontato in maniera strutturale, abbattendo l’idea che stare bene sia un privilegio destinato a chi ha maggiori possibilità economiche, e rendendo la sanità mentale un diritto rispettato, di indubbia importanza e realmente accessibile a tutti e tutte.