Viterbo, il Natale non aiuta a risollevare le attività del centro

Centro storico Viterbo

“Il calo dei consumi come ampiamente annunciato, oggi, a pochi giorni dal Natale, è realtà. Una realtà figlia dell’inflazione, del caro-energia e del timore che induce le famiglie a risparmiare. Quest’anno anche la tredicesima, nella maggior parte dei casi, se ne andrà per saldare debiti, pagare bollette e cartelle esattoriali”. 


Un quadro nero, quello di Confesercenti, fatto all’indomani dell’8 dicembre, data di inizio delle feste di fine anno. Una data che quest’anno non ha portato i risultati sperati. A rimetterci, secondo Confesercenti, sono soprattutto i piccoli negozi, in affanno nei confronti dei centri commerciali. Confesercenti parla avendo in mano un sondaggio, l’ultimo, nel quale viene evidenziato come il budget delle famiglie per le spese natalizie sia sempre più misero. Per quanto concerne Viterbo, secondo Confesercenti, ai motivi di crisi che interessano tutto il Paese, se ne debbono aggiungere altri, ben noti e, secondo l’associazione, sempre rimasti irrisolti. 

“Si parla tanto di centro storico – spiega il presidente Vincenzo Peparello – quando, spesso, chi ne parla non sa neppure dove inizia e dove finisce quello di Viterbo. Per risollevare le sorti di questa parte di città non servono interventi estemporanei: un giorno si parla di parcheggi e un giorno di commercio, senza però legare insieme le due cose. E’ per questo che l’associazione, da anni, ormai chiede un tavolo intorno al quale riunire tutti gli assessori competenti: commercio, viabilità e urbanistica. Perché, e forse non è ancora troppo tardi per capirlo e agire di conseguenza, Viterbo ha bisogno di un piano complessivo. Oggi i cittadini, per fare acquisti oppure per incontrarsi, si danno appuntamento nei centri commerciali, dove hanno parcheggi a disposizione e sconti praticamente tutto l’anno”. 
Il secondo aspetto della questione, secondo Peparello, riguarda i commercianti: “Devono capire che i sistemi di vendita oggi sono cambiati, sono molti, per cui occorre adeguarsi per restare al passo con i tempi”.

Tornando all’indagine, Confesercenti rileva come a rimetterci sia soprattutto il comparto alimentare. Ciò vuol dire che la gente ormai risparmia su tutto, anche sul cibo: “Meno 7,9% per i piccoli negozi le cui vendite, secondo le nostre stime, precipitano del -9% rispetto ad ottobre dello scorso anno: una flessione più che doppia rispetto a quella della grande distribuzione (-4,2%). Il problema – spiega ancora Peparello – è che se crolla il potere di acquisto delle famiglie, crolla l’economia. Per questo, oltre alla prosecuzione dei sostegni contro il caro-bollette, servono interventi mirati al rilancio della domanda interna, a partire dal fisco: il taglio del cuneo previsto dalla manovra è un piccolo passo, ma serve di più. Ad esempio, come chiediamo da anni, la detassazione degli aumenti retributivi stabiliti dai Ccnl: un intervento che aiuterebbe la ripartenza della contrattazione e permetterebbe alle famiglie di recuperare almeno in parte il potere d’acquisto perduto”