25 Aprile, Nocchi: “Oggi come allora deve guidarci lo spirito di unità e coesione, senza lasciare spazio alle divisioni e all’odio”

Pietro Nocchi

«Anche quest’anno le celebrazioni per la festa della Liberazione non potranno essere svolte in piazza come di consuetudine, ma questo non significa che dobbiamo arretrare di un passo nel ricordo di ciò che è stato e nel ribadire i valori fondamentali antifascisti ed antirazzisti della nostra carta costituzionale.

Un ricordo – osserva Pietro Nocchi, Presidente della Provincia di Viterbo, – nel pieno rispetto delle normative vigenti e con una formula sobria come richiede la situazione attuale. È necessario però ribadire l’importanza del 25 aprile e la nostra vicinanza all’Anpi, sempre impegnata in prima linea nel tenere alta l’attenzione. Una ricorrenza che non può essere archiviata o posta in secondo piano, perché il giorno della Liberazione rappresenta il fondamento dell’esperienza democratica degli italiani.

Un momento fondamentale della nostra storia come popolo e ritengo, che non solo sia importante tenere vivo il ricordo, ma anche continuare a raccontarlo a tutti i bambini ed i ragazzi nelle scuole. Ancor di più in questo momento storico in cui è difficile stare insieme come vorremmo, traendo beneficio da quella libertà duramente conquistata negli anni della Resistenza.

Per noi significa ribadire i valori di libertà, giustizia e coesione sociale. Ma anche quelli della cooperazione e dell’unità, del quale mai come oggi ritengo abbiamo bisogno. Così come il nostro popolo si è unito attorno a valori morali e civili dopo i giorni della Liberazione, anche oggi come allora quello che deve guidarci è lo spirito di unità e coesione senza lasciare spazio alle divisioni e all’odio.

Quell’unità è stata il collante che ha consentito al nostro popolo di rinascere e costruire il proprio futuro. Davanti a noi c’è una difficile sfida da affrontare: il senso di normalità che prevaleva prima della crisi avrà un nuovo aspetto ed abiti nuovi, la pandemia di coronavirus segna un punto di svolta fondamentale nella nostra traiettoria globale. Non possiamo sottovalutarla e dobbiamo guardare davanti a noi con le stesse energie positive che seppero traghettarci verso la rinascita.

Il nazifascismo è stato un virus che ha avvelenato i popoli ed è stato combattuto e sconfitto. Così faremo con un altro tipo di nemico, più subdolo ma non meno violento. Oggi istituzioni e cittadini, forze politiche, sociali ed economiche, professionisti ed operatori di ogni settore siamo chiamati a riprendere in mano il nostro destino. Tutti insieme stiamo dimostrando che possiamo farcela».