Comitato Non ce la Beviamo a Talete: “Operazioni di facciata con la scuola mentre le analisi dell’acqua sforano i limiti”

Acqua Talete

«Riteniamo, per come è stato descritto,  inutile il protocollo sottoscritto da  Talete  con le Università, in quanto propedeutico in sostanza solo  a nuove forme di manovalanza gratis o a basso costo offerta dagli studenti.

Ma più che mai riteniamo paradossale il progetto che coinvolge  la Società con la scuola dell’infanzia, della scuola primaria e secondaria , secondo il quale “esperti di Talete saranno a disposizione di insegnanti per raccontare, analizzare e discutere il rapporto con l’acqua….”

Cosa insegnerebbero ai ragazzi gli esperti di Talete? Che l’acqua, bene prezioso per la vita di ogni essere umano e pubblico per eccellenza, sarà messo in vendita?

Perché, come ben sappiamo, Talete, disconoscendo il suo stesso Statuto, ha recentemente pubblicato un bando di manifestazione di interesse per cedere il 40% delle sue quote a non specificati operatori, dimostrando pubblicamente  l’intenzione di dare seguito al processo di privatizzazione, alla barba del Referendum del 2011 e di ciò che ne pensano i cittadini.

Oppure che un bene essenziale che dovrebbe essere economicamente accessibile a ogni individuo qui si paga come lo champagne?

O  che bisogna ridurre il consumo dell’acqua,  quando la rete idrica è un colabrodo?

O, ancora, che i cittadini vanno a comprarsi l’acqua al supermercato per gli alti contenuti di arsenico?

E’ noto che in questa provincia, ormai da decenni,  si convive con un problema di inquinamento delle acque che si ripercuote sulla salute della popolazione,  tanto è vero  che la questione è stata oggetto anche di una recente inchiesta televisiva oltre che del deferimento alla Corte di Giustizia Europea per sei Comuni della provincia.

Ma i nostri Amministratori, Sindaci e Presidente Nocchi in testa, continuano a fare operazioni di facciata, anziché preoccuparsi di trovare soluzioni efficaci. Ad Esempio hanno lasciato cadere la richiesta dei 40 mln all’ARERA puntando sulla privatizzazione; non sollecitano i rappresentanti regionali a mantenere le loro promesse pre-elettorali di finanziare le spese di manutenzione dei dearsenificatori; e ancora, in qualità di rappresentanti degli interessi popolari, tacciono sul progetto governativo di privatizzazione dei servizi pubblici locali, tra cui l’acqua, a favore del mercato speculativo.

E’ inaccettabile che ad oggi non esista o non sia stato illustrato alla popolazione un progetto di risanamento delle acque e che i cittadini siano all’oscuro di tutto tranne però vedersi arrivare con grande puntualità bollette difficilmente leggibili,  molto esose e  sottoposte a continui rincari .

Sul sito della ASL emergono dati preoccupanti sulla qualità e salubrità dell’acque e tra questi rientrano anche Comuni gestiti da Talete.

Il Comune di Civita Castellana ad. esempio supera i livelli di legge : Rete idrica centro (serbatoio Barco) μg 13 per litro (23/11/2021)Rete idrica pozzo Vigili del fuoco μg 11 per litro (23/11/2021)

Preoccupanti sono anche le date spesso obsolete a cui risalgono le  analisi: ad oggi  troviamo ancora i valori di aprile e maggio con valori già allora al limite (es. Gallese scalo, Via Rustica μg 10 per litro (13/04/2021),  Tarquinia :Rete idrica Lido μg 8 per litro (31/05/2021), Monterosi ARSENICO Rete idrica centro μg 10 per litro (15/06/2021).

Ci rivolgiamo, pertanto, anche alla ASL chiedendo monitoraggi frequenti delle acque affinché i dati possano generare affidabilità e fiducia ai cittadini e chiediamo  screening sanitari mirati sulla popolazione della Tuscia.

Infine consigliamo agli “esperti” di Talete di prodigarsi  a rispondere alle istanze dei cittadini  o a riparare le condutture per ridurre lo spreco di acqua,  perché la scuola ha già i propri docenti capaci di far comprendere ai propri allievi che l’acqua è un bene essenziale alla vita, esauribile e non riproducibile e che va salvaguardato nella quantità e nella qualità per assicurarlo alle future generazioni».