“Faccetta nera” durante l’assemblea, Rete degli Studenti Medi di Viterbo condanna il gesto

Rete degli studenti medi di Viterbo

Due giorni fa in una scuola superiore di Viterbo si è svolta un’assemblea di istituto in modalità mista sulle tematiche del cyberbullismo. Un’iniziativa tanto bella quanto importante per gli studenti e le studentesse che frequentano questa scuola e che stavano seguendo l’assemblea. Ad un certo punto, però, durante la proiezione di un video proprio sulla tematica su cui verteva l’evento, uno studente che partecipava all’assemblea da casa collegandosi alla stanza Meet ha interrotto la proiezione del video facendo partire la canzone fascista “Faccetta nera”. I rappresentanti dell’istituto hanno subito condannato il gesto, così come molti studenti presenti, che sono rimasti infastiditi dall’accaduto.

«Quello che è successo – comunicano da Rete degli Studenti Medi di Viterbo – è una gravissima dimostrazione di come le idee fasciste esistano ancora, anche all’interno delle scuole. Il gesto degli studenti infatti non è considerabile come un atto di goliardia, uno scherzo. Non è una ragazzata che può essere paragonata a una normale infrazione del regolamento, un normale dispetto. Quello che è successo è il chiaro sintomo di un problema che affligge le scuole in maniera strutturale: l’assenza di una vera educazione antifascista, storica e democratica. Un problema non legato esclusivamente alla scuola dove è avvenuto il fatto, in cui invece studenti e Dirigente hanno prontamente condannato l’azione e ricercato subito i responsabili, ma anche a molte altre scuole.

Casi come questo sono solo l’esasperazione di situazioni che in ogni giorno avvengono in molte classi. Ragazzi e ragazze che fanno battute, gesti e commenti in favore del fascismo e studenti che mettono in atto, in maniera più o meno palese, atteggiamenti tipici di questa ideologia sono piuttosto frequenti. La vera condanna, però, non va rivolta a chi in prima persona compie queste azioni, che spesso supporta un’idea che neanche conosce realmente, ma a tutto il sistema della scuola che si rifiuta molto spesso di schierarsi fermamente contro queste idee.

Il silenzio dietro queste situazioni non fa altro che alimentare la percezione che certe idee debbano essere tollerate e siano valide quanto le altre all’interno dei locali scolastici. L’assenza di un’educazione chiaramente antifascista, così come lo è la nostra Costituzione, causa inevitabilmente un’indifferenza che non si può accettare nei luoghi come quelli del sapere che più dovrebbero rappresentare i valori della memoria, della democrazia e della Costituzione italiana.

Fin troppo spesso per non prendere posizione si evitano certi discorsi, non ci si esprime su certi gesti e non si parla di certe idee. Assistiamo oggi più che mai ad eventi che strizzano l’occhio in maniera più o meno palese al fascismo: questi atti però insultano la libertà di pensiero e di parola che con lo stesso fascismo era stata abolita.

Per paura di parlare di politica, si permette ai fascismi di crescere e radicarsi dentro le scuole. Abbiamo bisogno di una scuola che educhi, che ci faccia socializzare, che ci insegni a confrontarci in maniera pacifica con chi la pensa diversamente, che abbatta ogni tipo di discriminazione per sesso, colore della pelle, religione o orientamento sessuale.

Abbiamo bisogno di una scuola che sappia spiegare ciò che è stato il fascismo, che insegni i nostri valori costituzionali, che ci insegni che la vera libertà è la democrazia, e non quella che limita le libertà altrui.

Nella scuola, subito è partita la ricerca dei responsabili, che poco dopo ha prodotto i risultati. Molti studenti infatti non hanno apprezzato l’accaduto, e si può dire che la scuola intera sia rimasta molto colpita. E’ proprio in rappresentanza di tutti quegli studenti stanchi di queste situazioni che condanniamo questi atti e chi li permette, ed esprimiamo solidarietà ai rappresentanti della scuola protagonista di questo spiacevole evento e a tutti gli studenti che hanno visto interrotta la loro assemblea d’istituto».