Fusco: Rom di Roma nella Tuscia? non possiamo pagare l’incapacità della Raggi

Umbero fusco

«Come se non bastasse, dopo la notizia apparsa nella notte di due giorni fa che prevede tra le possibilità del Governo l’istituzione nella provincia di Viterbo del Deposito nazionale per i rifiuti nucleari, è in arrivo nella Tuscia un altro omaggio, questa volta da parte del Sindaco di Roma Virginia Raggi.

Nei piani della Raggi ad arrivare nella nostra provincia, oggi, non saranno né rifiuti né scorie nucleari, – afferma Umberto Fusco, Senatore Lega Salvini Premier, – ma gli ospiti che attualmente risiedono nei campi rom della Capitale di Castel Romano, Monachina e La Barbuta.

Arrivata al termine del mandato elettorale, senza essere stata in grado di offrire una soluzione alla gestione dei campi rom di Roma, in vista delle prossime elezioni comunali e senza più alcun sostegno nella sua città, la Raggi avrebbe infatti cercato di trovare una nuova sistemazione provvisoria agli ospiti dei campi Rom di Roma in alloggi e appartamenti situati nella provincia di Viterbo, oltre che in quelle di Rieti, Latina e Frosinone.

Il bando di gara, che prevede una spesa di quasi 2 milioni di euro, rappresenta l’ultimo tentativo della Raggi di voler trovare una soluzione al fenomeno dei campi, alla luce del fallimento del “piano rom” del Campidoglio varato nel 2017 ed un evidente e maldestro tentativo di voler, ancora una volta, far pagare l’incapacità a risolvere i problemi di Roma alle altre province del Lazio, ed in particolare alla Tuscia.

Concordo sulla necessità di dover risolvere l’annoso problema dei campi rom, con l’obiettivo di mettere in sicurezza gli ospiti che vi vivono e di dare nuovo decoro alle aree su cui insistono, ma non ritengo sia tollerabile l’idea di voler scaricare, senza alcuna visione strategica, i problemi di Roma sugli altri territori del Lazio che non hanno nulla a che vedere con le dinamiche romane e che hanno già i propri problemi da affrontare.

Oltre 1 milione e 750 mila euro previsti dal bando che certificano il fallimento della politica della Raggi nella gestione del fenomeno, lo spreco di risorse pubbliche e l’interesse del Sindaco di Roma e del suo movimento per Viterbo e per le altre province del Lazio».

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