Guerra in Ucraina, Uil scuola Viterbo: La scuola diventi luogo di integrazione

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“La scuola italiana è modello di inclusione in Europa e con la guerra in corso potrà essere luogo di integrazione e accoglienza”. A dichiararlo è la segretaria generale della Uil scuola Viterbo, Silvia Somigli.
“Il dettato normativo – prosegue Somigli – permette infatti ai profughi di poter frequentare le scuole italiane, persino ai minori non accompagnati: ‘tutti i minori hanno diritto a frequentare le scuole italiane fino al 18° anno di età, spiega infatti la legge, indipendentemente dalla regolarità della posizione in ordine al soggiorno in Italia. Le iscrizioni possono essere richieste in qualsiasi momento dell’anno scolastico’”.
“La guerra arriva, con i suoi effetti drammatici, anche nel nostro Paese che – sottolineano Mirko Ottoni (Orioli), Angela Crasta (Ellera) e Fabio Fantozzi (Liceo Scientifico), rappresentanti sindacali della Uil scuola Viterbo – dovrà essere in prima linea per la difesa dei valori costituzionali di libertà e di democrazia. Lo stato di emergenza decretato dal Governo è stato fissato al 31 dicembre. Una scelta indispensabile anche per l’accoglienza e l’integrazione che dovrà essere fatta“.
“In questa ottica – commentano poi Cesare Costa (Savi), Stefania Fidanza (Buratti), Emanuela Menghini (Fantappie) e Claudia Mura (Egidi) della Uil scuola Viterbo – appare importante finalizzare le risorse del Fondo europeo asilo, migrazione e integrazione (Fami), assieme a specifiche risorse a carico del ministero dell’Interno per il Fondo per l’accoglienza dei minori stranieri e del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’Asilo (Fondo Sprar)”.
“E’ una nuova emergenza che – sottolinea invece il segretario generale nazionale della Uil scuola Pino Turi – si sovrappone a quella della pandemia, che scadrà il 31 marzo. Due emergenze che il nostro Paese sta affrontando con grande senso di responsabilità, con la scuola che resta in prima linea. Pandemia da Coronavirus e guerra in Ucraina si sconfiggono con l’inclusione e la conoscenza, gli anticorpi che fanno superare le difficoltà e le avversità della vita. Elementi inscindibili che si avvalgono della funzione delle nostre scuole, animate dalla passione e la professionalità del personale”.
“Adesso però- conclude Silvia Somigli – deve venir meno ogni ulteriore restrizione residua che proviene dalla pandemia, ogni divieto che ancora permane. Non sarebbe giusto mantenere in piedi obblighi, in assenza di un’esigenza di carattere epidemiologico, che cessa insieme allo stato di emergenza. Mantenerlo – chiude Somigli – sarebbe solo un’inutile vessazione e divisione nei confronti del personale”.