L’immobilismo della Regione Lazio in ambito agricolo è una realtà acquisita

L’immobilismo della Regione Lazio in ambito agricolo è ormai, tristemente, una realtà acquisita.
Lo sa fin troppo bene la maggior parte degli agricoltori della nostra Provincia che ancora attende delle risposte in merito al PSR 2014-2020.

Sono passati circa due anni da quando la Regione ha pubblicato il bando ma l’attesa si prolunga ancora e ancora nel tempo.

Vale la pena ricordare che in questo arco temporale c’è stata, e dura tuttora, una pandemia. I problemi si sono moltiplicati per le nostre imprese, come è ovvio che sia.
E la politica agricola regionale ha fatto poco e nulla per soccorrerle. Anzi, ha fatto tutto il contrario.

Questi ritardi legislativi, figli di un laissez faire che poco si addice all’agricoltura, rischiano di frustrare gli sforzi dei giovani agricoltori, già quotidianamente impegnati a fronteggiare le problematiche da campo.

D’altronde, sono tante le iniziative normative che mancano in agricoltura, oltre al PSR.
Pensiamo ai fondi dedicati allo sviluppo di attività redditizie, alla gestione del soprassuolo arboreo e forestale, che andrebbero a incentivare quella diversità aziendale e professionale tanto sbandierata a parole ma poco nei fatti. Ciò conferma la necessità di un cambio di passo, vitale e obbligatorio.

L’agricoltura della Tuscia deve affrontare tematiche rilevanti e che segneranno la via da percorrere per l’immediato futuro. Invero, non possiamo più permetterci di aspettare i tempi di una Regione che pare perdere continuamente il contatto con la realtà agricola.