NON CE LA BEVIAMO: “La salute dei cittadini non può essere sottoposta a ricatto”

Acqua pubblica

«Abbiamo appreso dagli organi di informazione che sono in arrivo dalla Regione i fondi per gli interventi di potabilizzazione e depurazione destinati a sette Comuni della provincia di Viterbo che gestiscono in proprio il servizio idrico, vincolati però al fatto che questi ultimi  trasferiscano il servizio al Gestore unico Talete Spa, pena la decadenza dei fondi.

Perché porre questo ricatto?

Questi Comuni – si legge in una nota di NON CE LA BEVIAMO – sono già stati discriminati quando la Regione finanziò la manutenzione dei dearsenificatori ai soli Comuni transitati in Talete, lasciando gli altri a se stessi.

Nel frattempo  la Commissione Europea ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia per il mancato rispetto della direttiva sull’acqua potabile nella provincia di Viterbo dove i livelli di arsenico superano i valori parametrici stabiliti dalla normativa vigente.

Questi fondi sarebbero, quindi,  destinati a risolvere il problema della potabilità delle acque anche  in questi Comuni che gestiscono in proprio il servizio idrico dove, per la mancanza di fondi,  i livelli di arsenico sono ancora molto alti  e potrebbero danneggiare  la salute umana, in particolare, dice la Commissione, quella dei bambini.

Per quale motivo, quindi, si dovrebbe porre un vincolo di gestione economica ad un problema di carattere sanitario? Non ci risulta esista alcuna legge che imponga questa condizione.

Riteniamo, pertanto, che  questa discutibile manovra sia messa in atto solo al fine di concludere nella pace sociale la privatizzazione del servizio idrico di tutta la provincia contro la quale i comitati di cittadini della provincia di Viterbo si battono da tempo.

Chiediamo, quindi al Consigliere Regionale  Enrico Panunzi e alla Presidente della Com.ne Ambiente della Regione Lazio Roberta Lombardi,   se questi fondi saranno comunque erogati ai Comuni a prescindere dalla loro entrata nella Talete  o  se saranno sottoposti a questo ricatto.

Confidiamo  in un opportuno e urgente riscontro, consapevoli che anche il silenzio  è una risposta».