Riaperture, frenata di Draghi: da lunedì solo il coprifuoco alle 23 e modifica dei parametri RT

Draghi

Pressing del centrodestra, ma non c’è l’accordo. Arriva invece l’intesa sui parametri: cambia l’Rt, conta solo quello ospedaliero.

Ancora non c’è l’accordo per accelerare la ripartenza di tutti i settori, l’asse Leu-Pd ribadisce la necessità di mantenere una linea di prudenza e gradualità nelle scelte in modo che le riaperture siano irreversibili, come lo stesso presidente del Consiglio ha più volte ribadito.

Risultato, ancora non è stata fissata la cabina di regia politica per fare delle modifiche alle misure in vigore, che era stato annunciato per metà maggio. L’incontro potrebbe esserci venerdì, ma le riaperture vanno verso lo slittamento di una settimana. L’unica decisione che probabilmente verrà presa ed entrerà in vigore da lunedì 17 maggio è lo slittamento del coprifuoco alle 23.

La cabina di regia secondo il premier andrebbe rinviata alla settimana prossima, per essere più sicuri che non ci sia una ripresa dell’epidemia dovuta alle riaperture del 26 aprile.

Ma il centrodestra insiste e alza il pressing: chiede l’abolizione del coprifuoco e l’anticipazione delle misure previste per giugno, quindi riapertura di ristoranti al chiuso, palestre (il decreto prevede la riapertura l’1 giugno), parchi tematici (1 luglio), fiere, convegni e congressi (sempre primo luglio), matrimoni, centri commerciali nel weekend

Il compromesso potrebbe essere il contentino del coprifuoco alle 23, per rinviare di una settimana una più ampia infornata di riaperture, mentre nel Paese monta la protesta. Oggi è toccato a centri commerciali, che vogliono riaprire i battenti nei fine settimana, e ai parchi tematici.

 

I PRARAMETRI, VIA L’RT

Sul tavolo del governo c’è poi un’altra partita ed è quella della modifica dei parametri che definiscono i colori delle Regioni. Se si continua a tenere in considerazione l’Rt già dalla settimana prossima diverse regioni potrebbero finire in arancione.

Se si vuole rendere la ripartenza irreversibile, dunque, è necessario cambiare modo di valutazione. La proposta su cui si confronteranno nelle prossime ore governo e regioni è di tenere in considerazione l’Rt ospedaliero, cioè la situazione dei malati Covid nelle terapie intensive e nei reparti ordinari. In zona ad alto rischio si andrebbe se le prime superano il 20% del totale dei posti disponibili e le seconde il 30% (oggi la soglia critica è rispettivamente del 30 e del 40%). Verrebbero inoltre definite 3 fasce d’incidenza, con la più alta fissata a partire da 150 casi ogni 100mila abitanti.