Il deposito nazionale dovrà contenere inizialmente 78 mila metri cubi di rifiuti a bassa e media intensità. Successivamente, altri 17 mila metri cubi di scorie ad alta attività. Per una durata di 50 anni.
Oggi veniamo a sapere di questa possibilità, che sarebbe nefasta per la comunità e per il suo sviluppo economico e sociale. Una comunità che negli anni ha fatto della tutela dell’ambiente e dei beni comuni, dell’agricoltura consapevole e di qualità, di un modello di sviluppo territoriale sostenibile la sua bandiera non può tacere.
Per questo, come gruppo consiliare, abbiamo scritto al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e al Presidente della Regione Lazio. E abbiamo chiesto la convocazione di un consiglio comunale straordinario aperto per affrontare la questione, assumere decisioni e adottare provvedimenti finalizzati a contrastare questa eventualità, che per una comunità come quella di Corchiano e per il territorio circostante, che è, ricordiamolo, quello del Comprensorio regionale della Via Amerina e delle Forre, e del Biodistretto, sarebbe un colpo mortale».