USB Viterbo: Se si parla di riaperture, si cominci dagli ospedali

Usb Viterbo

«Leggiamo che molti esponenti politici locali stanno chiedendo con forza l’esonero della zona rossa per la Tuscia  e, a tal proposito, è  stata  lanciata una petizione tra gli Amministratori  per  ridurre le misure restrittive  nel Viterbese e riaprire tutto.

Se di riaperture si deve parlare, – comunica USB Viterbo – è necessario   ripartire dagli ospedali e da tutte le strutture sanitarie chiuse nella nostra provincia, ampliando il numero dei  posti letto che hanno subito enormi tagli negli anni e potenziando la rete sanitaria con l’assunzione di  personale stabile.

Infatti, se  ci  troviamo in questa situazione è   proprio perché  nel determinare le zone ad alto rischio viene preso  in considerazione, oltre all’indice di contagiosità,   il potenziale di recettività delle strutture sanitarie e la tenuta della rete sanitaria su base regionale.

Ma  la politica a tutti i livelli ha preferito inseguire  il balletto dei colori e delle fasce senza chiedersi su quali criteri vengono individuate le zone   e, soprattutto, senza mettere in atto nessun provvedimento concreto per arginare il problema.

Tutto ciò, oltre determinare  perdite umane,   ha messo in ginocchio tante piccole aziende e tanti cittadini per le  gravi perdite economiche subite  a differenza dei grossi  poli industriali che continuano a svolgere la normale attività ( pur  non rientrante  tra quelle essenziali )  e  dove, non a caso,  anche nel Lazio, si stanno registrando  grossi  focolai.

Fermarsi a risolvere il problema in base ai colori delle zone e andare avanti con chiusure e riaperture a singhiozzo  senza mettere in atto un servizio sanitario adeguato  non salverà né chi ha bisogno di cure né l’economia.

A distanza di oltre un anno ci troviamo con le stesse terapie intensive sature, con operatori sanitari costretti a fare doppi turni e con posti letto insufficienti sia per affrontare la situazione Covid  sia per assicurare la cura  di tutte le altre patologie.

Niente si è fatto su questo fronte   se non dislocare il reparto di medicina dell’ospedale pubblico in una struttura privata (come se nulla abbia insegnato la vicenda della sanità privata lombarda) e qualche raro contratto molto precario e di brevissima durata che non riesce a coprire neanche il personale andato in pensione negli ultimi anni in situazione di normalità.

Limitarsi a richiedere una valutazione del colore della zona nel Viterbese senza chiedere con forza un Servizio Sanitario adeguato è da irresponsabili, soprattutto con l’avanzare delle varianti che hanno un indice di contagiosità elevatissimo e con un’età media che si sta progressivamente abbassando.

Occorre ripartire da un Servizio Sanitario Pubblico  efficiente  e da un piano di sostegno per chi ha perso reddito ,  per garantire salute  e far ripartire in modo stabile  l’ economia. 

Questo era possibile prima e non si è fatto ma  è possibile anche  oggi ,  con il recovery  fund non c’è  più neanche  la scusa della carenza di  risorse , quindi si riparta con provvedimenti concreti.

Se qualcosa ha insegnato questa terribile pandemia è che nessuno si salva da solo ,  e il piccolo feudo viterbese non si salverà cambiando colore ma ritrovando il senso di comunità.

Il Sindaco  e agli altri Amm.ri  scrivano  pure a Zingaretti e anche alla Donetti  ma per richiedere strutture sanitarie adeguate,  assunzioni stabili e aiuti concreti a chi è in difficoltà,  che possano permettere la ripresa dell’economia e non piangere altri morti».