Imperio Brizi è un emigrante di Piansano del 1909, nasce nel 1879 e muore nel 1946.
Racconta da poeta a braccio la sua esperienza di emigrazione ed è quindi un testimone vero. Attraverso queste 49 ottave racconta le vicissitudini e le sofferenze degli emigranti di quel tempo, ma questo racconto sembra essere la storia dei migranti di oggi.
Migranti che adesso come allora lasciano la famiglia e partono per provvedere ai bisogni di essa; lasciano mogli, figli per affrontare un viaggio verso l’ignoto incontrandovi ogni genere di difficoltà e di tribolazione.
L’America di allora per i nostri migranti è l’Italia e l’Europa per i migranti di oggi.
Nel monologo Imperio sogna di incontrare i migranti di oggi.
Le storie di questi migranti sono frutto di una ricerca sul campo e quindi testimonianze reali.
Il monologo racconta quanto duro fosse il viaggio e il lavoro affrontato dai nostri connazionali, solo il 10% di essi raggiungeva delle condizioni economiche e sociali di buon
livello, gli altri morivano o ritornavano, se ritornavano, poveri e invalidi.
Lo spettacolo è pensato principalmente, ma non esclusivamente, per le giovani generazioni, in quanto permette di recuperare elementi di studio che non sono previsti nel normale programma scolastico, come la poesia d’improvvisazione (ottava rima, terzine, Quartine) o cose dimenticate che solo la tradizione orale permette di ricordare.