Poesia dialetta questa sera a Ferento per la 56esima stagione estiva “Tramonti in scena”

Ferento

“Il contadino che parla il suo dialetto è padrone di tutta la sua realtà”. Così scriveva Pier Paolo Pasolini in ” Dialetto e poesia popolare”.

La linguistica equipara i dialetti alla “lingua ufficiale”: tutti dialetti “romanzi” in effetti provengono da un’unica lingua madre: il latino. Non soltanto: l’italiano non è che uno dei dialetti post-latini: il fiorentino del Trecento. Ma i dialetti sono non soltanto un sistema di comunicazione verbale: sono i tratti identitari del territorio. Un patrimonio da conservare e onorare.

Il “vetorbese” possiede un elemento di nobiltà molto importante. Come il fiorentino del Trecento è diventato lingua ufficiale italiana grazie all’uso che ne hanno fatto Dante, Petrarca, Boccaccio, anche la nostra lingua identitaria vive anche grazie ai poeti dialettali viterbesi del passato ( come i grandi Emilio Maggini, Edilio Mecarini, Enrico Canevari, Rosario Scipio, Fiorenzo Nappo etc) e contemporanei.

La lingua della Città dei Papi e i dialetti della Tuscia coloreranno al tramonto Ferento di armonia e simpatia. Archeotuscia ODV, nell’ambito della 56esima stagione teatrale di Ferento, nell’area dei “Tramonti in scena”, antiche Terme di Ferento, presenta lo spettacolo “Incontro con le poesie dialettali” alle ore 19,30 del giorno 23 luglio 2021. Intervengono: Giuseppe Bellucci, Realino Dominici, Raffaele Donno e Anna Maria Stefanini.

Introduce Luciano Proietti, presidente dell’associazione Archeotuscia. Conduce Antonio Tammaro. La poesia dialettale esprime la realtà di un mondo vivo e pulsante, libero da vincoli retorici, riconoscendo nell’uso del dialetto, la scelta meditata di un linguaggio realistico intimamente aderente alle situazioni e ai caratteri di personaggi che lo adottano e lo animano. Il dialetto ha rappresentato nella nostra tradizione una ricca fonte da cui spesso narratori e poeti hanno saputo efficacemente attingere con opere ricche di immediatezza e colorata attualità.

Il dialetto quindi come lingua della poesia, al quale spesso si ricorre per esprimere mondi che non potrebbero essere raccontati altrettanto efficacemente utilizzando l’italiano. Una lingua “visivamente” ricca, con una grande valenza musicale ed armonica, che nel tempo va incontro a cambiamenti e che, a seconda dell’autore, si arricchisce anche di molti e interessanti linguaggi personali.

Una serata all’insegna della poesia dialettale viterbese e della Tuscia vi aspetta a Ferento. L’ingresso è a offerta libera.