A LA GUERRE COMME A LA GUERRE

Nel 2008 ai primi di agosto come da tradizione a Castiglione in Teverina si svolse la XXIV edizione della Festa del Vino e mi avvertirono che ci sarebbe stato un ospite straordinario, invitato da associazioni nazionali, il Ministro dell’Agricoltura della Georgia.

La Georgia è per tradizione secolare, biblica e leggendaria, la terra in cui fermentò per la prima volta l’uva in vino e quindi durante la cena imparai la nobile tradizione del brindisi con dedica, che ciascun commensale esercitava alzando il bicchiere per bere insieme a tutta la compagnia in onore di qualcuno o qualcosa.

La serata, meglio dire nottata, finì in gloria, con la nostra grappa dopo il vino, molto apprezzata dal Ministro e dai suoi accompagnatori.

Alcuni giorni dopo, l’11 agosto, la Russia invase la Georgia ed in meno di una settimana occupò l’Ossezia e l’Abcasia; Vladimir Putin, come ha continuato a fare sino ad oggi, giustificò la prima guerra europea del 2000 come il soccorso agli osseti ed agli abcasi oppressi.

L’anno successivo, per tutta una serie di circostanze fortuite nel mio giro amicale, mi proposero un viaggio a Tiblisi capitale della Georgia, sia come turismo culturale, sia come al seguito di contatti d’affari di un mio amico.

Naturalmente le tracce della guerra dopo un anno erano ancora evidenti dalle cannonate sui muri degli edifici, su case e palazzi restati incompiuti, in una atmosfera plumbea che gravava negli incontri con le istituzioni locali.

In uno di questi incontri incontrai di nuovo il Ministro dell’Agricoltura che ci invitò, insieme ad altre delegazioni, ad una cena di gala al palazzo della cultura della capitale.

Anche lì il rito dei brindisi, con la variante che al posto dei bicchieri si usavano corna di capra o capriolo; quando toccò a me l’interprete mi tradusse un discorso tutto impostato sul valore della pace tra i popoli, sulla civile convivenza che avrebbe risolto le controversie, sui valori di scambio e cortesia che avrebbero sempre più legato i popoli.

La cena finì e ci fu lo scambio dei doni, prodotti enogastronomici i nostri, i loro dell’artigianato locale; a quel punto il ministro mi si avvicina con l’interprete e nel consegnarmi una corta spada finta, appunto da gadget artigianale, con aria grave, riferendosi al mio discorso mi dice dopo un breve preambolo di cortesie:

”Attento! non esiste una persona onesta che non abbia nemici!”.

Quante volte ho riflettuto su quelle parole e sullo sguardo ed il tono di voce che usò; la fierezza del Ministro georgiano la ritrovai il giorno dopo in un ristorante, quando la TV trasmise il discorso del giovane Presidente Saakashvili, e tutti i georgiani interruppero il pasto per ascoltare in silenzio.

Ma come!”, pensai, questo sconsiderato si è battuto con una potenza militare mille volte più forte, ha fatto una guerra senza alcuna possibilità di riuscita, e questi ancora lo seguono.

Ecco la differenza che non coglievo allora, di cultura, sensibilità, storia; la stessa che oggi credo di cogliere nella resistenza degli Ucraini.

 

Francesco Chiucchiurlotto