A SCHIENA DRITTA

Zelenskyy

Tra le eccellenze che fanno ben sperare del futuro del nostro Paese, si è confermata in modo chiarissimo la Presidenza della Repubblica di Sergio Mattarella, anche durante la visita del Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky.

Siamo stati per secoli quelli del: ”Franza o Spagna purchè se magna!”; poi quelli delle politiche dei due forni; quelli delle “convergenze parallele”; quelli dove tutto era nebbioso, sabbioso, fangoso, anche sulle questioni essenziali e determinanti della politica internazionale.

Sulla guerra e con la guerra non si scherza, e viene alla mente il dettato evangelico: ”Che il tuo parlare sia SI, SI; NO, NO! Il di più è del Maligno”.

Le parole del nostro Presidente della Repubblica, ancora una volta sono suonate inequivocabili: c’è da difendere un popolo aggredito in ogni modo, anche con le armi e l’Italia è al fianco dell’Ucraina per una pace che non sia una resa.

Si sgombra il campo da tante fumisterie intessute con la parola “pace”, declinata con ambiguità, interessi politici di bottega o peggio da connivenze o affari.

Ci soccorre, a proposito di certi frequentatori dei media nostrani in cerca di restyling, una classificazione fulminante di Alberto Arbasino sull’intellettuale italiano tipico: “Giovane promessa; venerato maestro; solito stronzo!”.

Ebbene ne abbiamo visti molti recentemente di personaggi che dalla terza posizione hanno tentato di risalire alla seconda, quella del “Venerato maestro”, proprio con i temi del pacifismo.

Con tono professorale, oppure profetico, o palesemente strumentale si è invocata una trattativa senza alcuna concretezza o proposizione; si è sostituita alla parola aggressione quella di guerra, lasciando indistinte le posizioni dei belligeranti; si sono assorbite e rilanciate di sana pianta, anche le peggio mistificazioni della propaganda di Putin.

Giorgia Meloni, al netto di quel che si possa o si debba pensare sulla sua politica interna o sulle sue opinioni storicoculturali, ha trasmesso messaggi e posture nette e comprensibili, a differenza delle incertezze e dei balbettamenti di certa sinistra.

L’appartenenza ad uno schieramento europeo, occidentale, atlantico, va difesa e soprattutto meglio chiarita: si stava consolidando uno schieramento alternativo ed ostile che vede ancora ogggi le autarchie liberticide di Russia, Bielorussia, Iran, Corea del Nord e Cina, minacciare gli stessi principi di pacifica, questa sì, convivenza, alla ricerca di un nuovo, e non meglio definito, equilibrio mondiale, che necessariamente vuol dire guerra; l’invasione ucraina ne era il prodromo.

Il punto centrale e dirimente è oggi rappresentato dal popolo ucraino che, incredibilmente, si è rivelato non una moltitudine indistinta, descritta come appendice al RUSSKIY MIR, al Mondo Russo, per la dottrina politica elaborata da Putin sin dalla presa del potere venti anni fa, mirata alla riconquista dei territori dominati dalla vecchia URSS. La determinazione dell’Ucraina è una novità inaspettata ed il prezzo che essa sta pagando in termini di sangue e distruzione per la propria indipendenza ed autodeterminazione, dovrebbe suscitare almeno il rispetto di tutti gli Italiani, compresi quelli della terza categoria arbasiniana.            

Francesco Chiucchiurlotto