BELLA CIAO

Bella ciao

Certo fa impressione ascoltare una ragazza ucraina ripresa mentre canta sulle note di BELLA CIAO una commovente canzone patriottica e vedere un suo amico che l’accompagna con la chitarra con i consueti accordi: chissà cosa ne pensa l’ANPI che si è professata per la pace immediata, per la resa di Zelensky, ed il niente armi al popolo ucraino.

C’è poi l’ennesima figuraccia di Matteo Salvini, stavolta in Polonia, di cui è meglio non parlare per carità di Patria, se non per ricordare che: ”Chi di felpa ferisce, di felpa perisce!”

La guerra è entrata nelle nostre case, scalzando le nostre preoccupazioni per il COVID 19, di cui ormai si sa poco e non si capisce se l’abbiamo sconfitto davvero e se dopo il 31 marzo ne finirà lo stato d’emergenza.

Chiodo scaccia chiodo e i virologhi sono nei nostri media ormai sostituiti dai geo politologhi che stanno esercitando una sorta di acculturazione di massa per tutti noi, sia aggiornando le nostre conoscenze di geografia in una parte complicatissima del globo, al di là di quella cortina di ferro che l’aveva resa a lungo uniforme e indistinta.

Facendoci poi riscoprire, per esempio, che siamo membri della NATO e che essa è una specie di Spectre alla 007, che congiura contro la Santa Madre Russia; e noi che pensavamo stesse in dismissione, come aveva preconizzato Macron, che non valesse la pena finanziarla, come la Germania che aveva saltato varie annualità, che qualche migliaia di soldati sparsi in giro per l’Europa, fossero un’appendice burocratica da tavolino piuttosto che da trincea.

C’è crollato poi il mito della globalizzazione, dopo aver speso fiumi di parole sulle “ magnifiche sorti e progressive “, di un mondo in cui gli scambi commerciali e culturali, lo sviluppo delle tecnologie informatiche, la transizione digitale ed energetica, avrebbero dato benessere diffuso e pacifico; e quindi le guerre, sempre lontane ed innocue, ci sembravano incidenti relativi, lontani e trascurabili.

Discutevamo di “via delle seta” con la Cina pensando ai mercati come fertili praterie in cui il Made in Italy scorrazzava come un giovane e veloce pony.

Eravamo e siamo così amicali con i russi, al netto di Berlusconi ed i suoi affari, che ci siamo vincolati al gas russo con una dipendenza quasi tossica; per non parlare del petrolio o di altre materie prime.

Il risveglio alla pompa di benzina, anche qui al netto delle speculazioni in atto tra gli importatori, è stato brusco ed inatteso; poi nei supermercati, nei discount, nei negozi e mercati rionali; nelle bollette di gas ed elettricità ormai insostenibili, in particolare per chi ci lavora; la ripresa così netta e sostenuta pare sfumare e non se ne vede un’altra possibile occasione.

Poi tanto per aggiungere timori a paure, nuovi rischi a danni certi, la minaccia di una guerra nucleare, formulata con una tale leggerezza e disinvoltura che ha qualcosa di patologico.

Io non vorrei cantare BELLA CIAO, se non il 25 di aprile o in altre simili ricorrenze, e ringrazio quella giovane ragazza che facendolo mi ricorda e ci ricorda quanto la libertà sia bella ed indispensabile; quanto sia facile trascurarla e poi perderla.

Francesco Chiucchiurlotto