CENTO GIORNI

Si usa dire ad ogni inizio, di una impresa, di un avventura, di una carica importante, che i primi cento giorni, sono decisivi, sia perché i cambiamenti fondamentali si possono fare solo con rapidità e decisione, sia perché se le reazioni ad essi non vengono assorbite o cancellate in tal periodo, divengono poi inarrestabili e vincenti.

Questo significato dei Cento Giorni mi piace riferirlo, e forse è proprio così, a Napoleone Bonaparte, che dalla fuga dall’isola d’Elba alla sconfitta ed alla restaurazione del Borbone Luigi XVIII “ il grassone “, non seppe utilizzare in modo vincente i suoi, appunto, cento giorni, tra il marzo ed il luglio 1815.

Questo sproloquio storicistico mi è venuto in mente pensando alla neosegretaria del PD, Elly Schlein, che si accinge a cambiare profondamente e fondativamente il partito che ha scalato, con alcuni obiettivi declamati a gran voce, in un tripudio assembleare ben adatto alla Nuvola di Fuksas: “ Niente più cacicchi e capibastone, niente più spartizioni a tavolino dei ruoli dirigenti.”

Programma ambizioso!” direbbe Charles De Gaulle, da portare a compimento nei tempi già sopra detti, ma con quante possibilità di riuscita?

Intanto questa del partito è la questione più urgente e decisiva da affrontare, in quanto una dura opposizione al Governo appare scontata e ricca di spunti; la concorrenza con Giuseppe Conte alla lunga volgerà a sfavore delle posizioni populistiche del 5stelle; il confronto elettorale del prossimo anno sarà con le Europee, per le quali si avvarrà della sua cultura internazionale e del proficuo periodo a Bruxelles come Parlamentare.

Elly ha raccolto alle primarie del 26 febbraio il 53,75% con solo 81.978 voti in più di Bonaccini; da quel che si è capito questa percentuale risicata di maggioranza si è andata a riflettere nella composizione degli organi, che nel numero sono rimasti pletorici ed esagerati, con 978 membri dell’Assemblea Nazionale; 175 nella Direzione Nazionale cui vanno aggiunti un centinaio di membri di diritto, tra i quali Presidenti, Segretario, Sindaci e dirigenti di associazioni di EE LL quali ANCI, UPI, ALI (con la stranezza dell’esclusione dell’UNCEM, l’Associazione delle Comunità Montane).

La trattiva per la Segreteria, l’organo esecutivo per eccellenza, è iniziata e sull’onda dell’entusiasmo unitario che pervade il partito, anche Stefano Bonaccini ed i suoi dovrebbero esserci con deleghe di peso.

Siccome che di questi passaggi rigenerativi dal 2007 ad oggi ne abbiamo visti molti e tutti finiti male proprio per il solito “embrassons nous” di facciata, temo e non mi sento affatto di esagerare e non certamente per portar gramo, che il “non ci hanno visti arrivare” si traducesse in una selezione caratterizzata alla novità ed al cambio di passo, a cominciare dallo statuto che dovrebbe ridurre nel numero sia l’Assemblea che la Direzione per consentire una discussione vera ed intellegibile e soprattutto quel che è mancato e manca al PD, cioè una lotta politica chiara e trasparente.

Dove alligna il potere di “Cacicchi e Capibastone” se non sul territorio? e chi controlla i pacchetti di tessere, se non le filiere di potere grande e spicciolo, dalle Presidenze di Regioni ed Enti Locali, ai CdA di banche, consorzi, associazioni varie?

Se poi te li ritrovi tutti, tutti, in Parlamento e negli organi di partito in sovrapposizione senza alcuna distinzione di ruolo, anzi in pieno conflitto d’interessi, quale cambiamento tanto auspicato potrà essere realizzato?.

Auguro ad Elly ed a tutti quelli che sono riusciti a dare “ una scossa” al partito di riuscire nell’intento che tanto entusiasmo ha profuso alla Nuvola, a cominciare dalla consapevolezza che nessuna scossa, per quanto energica può bastare, e che la “lotta politica”, quella sana, fatta a viso aperto sui valori e le posizioni e non sul “potere per il potere per Sé & Company”, è appena cominciata e si concluderà, spero bene, nei prossimi cento giorni!

Francesco Chiucchiurlotto