DALLA MEDINA A VENTOTENE

Spinelli

Il 9 settembre 622 d.C. Maometto lasciò la Mecca dove la sua svolta religiosa monoteistica, abramitica e teocratica aveva suscitato nella sua tribù di appartenenza non poche ostilità, per recarsi nella città di Medina, così poi chiamata, con pochi seguaci ma con un bagaglio di idee, elaborazioni e dettami, che avrebbero segnato il mondo allora conosciuto, ed oltre.

L’ ISLAM o Sottomissione a Dio, diviene la terza religione monoteistica, dopo l’ebraica e la cristiana, ma con l’assunto che Maometto sia “il sigillo dei Profeti”, cioè la voce e la volontà di Dio ultimativa ed immodificabile sancita in un libro, dopo la Torah ed i Vangeli, il Corano.

Questa caratteristica di summa e perfezionamento delle altre religioni monoteiste unita alla specifica impronta politica che fa dell’ISLAM non solo l’ispirazione spirituale della persona, ma bensì a tutto tondo il precetto unico e perfetto dell’intera sua vita quotidiana.

Quindi momento intimo e collettivo nella ritualità liturgica, ma anche immanente presenza motivante di ogni forma di socialità.

La missione salvifica attribuita come fondante e sostanziale all’ISLAM e quindi ai suoi Califfi, ne fa una religione, come del resto per ogni monoteismo, espansiva e conquistatrice sia attraverso il normale proselitismo ma anche attraverso la forza, la violenza, la guerra.

Per il Cattolicesimo, anch’esso pervaso a lungo dal binomio “la Croce e la Spada” nella conquista di terre e popoli pagani, non ci fu mai una egemonia intrinseca e originaria sullo Stato; sempre la dicotomia Papa / Imperatore si svolse in alterne dialettiche sino ai moderni stati laici e democratici, che tutto sono meno che non modificabili.

La presa di Kabul al contrario ci ha mostrato come le caratteristiche costitutive dell’Islamismo, affidate tra l’altro alle libere interpretazioni degli IMAM e delle scuole coraniche, si attualizzino come modernissime nel ritorno alle origini, alla purezza della legge coranica, la sharia, alla ricostruzione della società musulmana medievale ed alla sua espansione universalistica verso e contro gli “infedeli”.

Winston Churchill profetizzava: gli Americani fanno sempre la cosa giusta, ma dopo aver fallito tutte le altre; e come dargli torto dopo i disastri degli interventi in Afghanistan, Iraq e Libia ed il non intervento in Siria, che hanno creato ed armato l’ipotesi estrema, ed affascinante per ogni musulmano, di un Califfato universale.

Ad 80 anni dal Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni, dobbiamo constatare che esso fu uno degli atti fondanti dell’Unione Europea, ma soprattutto che è ancora ispirazione di una idea oggi preziosa e lungimirante: la libertà dell’individuo, la democrazia e le forme che l’Occidente ha saputo realizzare come sistema statuale e politico si trovano oggi ad avere speranza di futuro e di affermazione in Europa e forse soltanto in Europa e con l’Europa.

L’America, la sua società ed il suo sistema di alleanze, si stanno dimostrando deboli ed inattuali, pervasi come sono da populismo, sovranismo, suprematismo, che ne corrodono quella visione di società aperta, progressiva, democratica.

Il messaggio del Manifesto di Ventotene, al contrario, era quello di un Europa Federale, integrata nell’economia, nella cultura, ma anche nella sua difesa militare; ha altre chances l’Occidente, che poi già di per se significa tramonto?

Francesco Chiucchiurlotto