LA GUERRA

L’Iliade di Omero fu redatta intorno al 750 a.C. e si riferisce a fatti accaduti realmente intorno al 1.250 a.C., quelli della guerra di Troia., città dell’Anatolia di cui gli scavi archeologici di Heinrich Schliemann ne hanno confermato l’esistenza e la corrispondenza con il poema; per ogni studente è il primo approccio circonstanziato ad una guerra.

Poi le guerre dei Greci e dei Romani, di Venezia e Bisanzio, dell’Islam e l’Europa, quelle di religione, di successione, di colonizzazione, d’indipendenza, sino alle due mondiali.

Quindi si può dire che la condizione di guerra è una costante normale dell’uomo sapiens, e che , per quanto riguarda l’Europa, i 77 anni di pace dalla seconda guerra mondiale sino al 24 febbraio 2022, rappresentano un’anomalia.

Tra le molteplici definizioni di guerra quella di Carl Von Clausewitz: “La guerra è la prosecuzione della politica con altri mezzi” potrebbe essere rovesciata in :” La politica è la conduzione di una guerra con altri mezzi.”

Ciò per dire che le due cose, eventi, sistemi, sono intimamente legati e che non può esistere l’una senza l’altra; se si concorda con questo assioma la prospettiva di una pace come meta perenne ed assoluta da raggiungere,è pura utopia, o nel caso peggiore, ipocrisia.

Il vero problema è l’equilibrio da creare tra pace e guerra in modo tale che prevalga la prima, anche in tempi di guerra nucleare, il cui esito sappiamo che estinguendo l’umanità porrebbe fine al dilemma ed alla discussione.

“Si vis pacem para bellum” – se vuoi la pace prepara la guerra – dicevano i Romani; e non paia cinica o semplicistica questa affermazione; non siamo arrivati molto oltre questa affermazione con le attuali strategie di preservazione della pace.

Sono state classificate le fasi in cui si può arrivare ad una pace, cioè ad una guerra con altri mezzi: difesa, deterrenza, dissuasione, distensione, disarmo; che col nucleare a portata di mano è stata riassunta con l’acronimo MAD (pazzo) Mutual Assured Distruction (Distruzione certa di entrambi i contendenti), come preambolo condiviso.

Quindi quando si parla di riarmo, di invio di armi, di aumento delle spese militari, non si commette un crimine ma si costruisce uno schema che può portare alla pace, cioè, lo ribadisco, alla guerra con altri mezzi; almeno non se ne conoscono altri e altrove.

“Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant” – Dove fanno il deserto, lo chiamano pace – (Publio Cornelio Tacito); questo è il modello di guerra più spietato e crudele, che come viene usato oggi in Ucraina fu usato di recente da molti belligeranti, Usa pure, perché comporta la distruzione della popolazione civile, delle città, della civiltà di una nazione (genocidio?).

Il prossimo 9 maggio nella Piazza Rossa di Mosca, accanto alla vittoria della “Grande Guerra Patriottica” sarà celebrata quella della ’”Operazione Militare Speciale”, anche se comporterà la conquista di una città o di una frazione di territorio ucraino, risibile rispetto all’ambizione imperiale che senza soluzione di continuità ha riguardato gli Zar, Stalin, l’URSS, e Putin.

Putin questa guerra l’ha persa, sia sul campo, sia sul passaggio ad altro modo, cioè quello politico della pace; le forze malefiche scatenate dall’apprendista stregone non si fermeranno: neanche davanti alla Via Crucis di Francesco. 

Francesco Chiucchiurlotto