LE ORIGINI DEL CONFLITTO

Con il Prof. Fabio Marco Fabbri proviamo a ricostruire l’aspetto storico delle origini del conflitto Russo-Ucraino; oltre alle evocate minacce NATO c’è un plafond storico-ideologico che ha spinto i Russi all’invasione?

Certo, basta ricordare che il popolo ucraino è nato su spontanee basi nazionaliste, costruite in un contesto storicoprecedente Mosca di circa 800 anni, sin dalle origini del Rus’ di Kiev, una organizzazione simil statuale, risalenteintorno alla fine del IX secolo lungo le sponde del fiume Dnepr; una società organizzata in rody gorodisšče, ovvero villaggi fortificati, guidati da un governatore o principe, detto Knjaz, e da un Veče, cioè un’Assemblea popolare; completano questo sistema istituzionale i territori, chiamati Volosti con un impianto economico di stampo comunistico; come descritto nel manoscritto del monaco Nestor Letopisec.

Ad Olga poi, nonna di Vladimiro I viene attribuita la conversione al Cristianesimo Orientale del popolo russo;dopo il suo battesimo a Costantinopoli nel 957 aprì la strada alla scelta della “religione giusta”, preferendo, il “Cristianesimo dei Greci” a quello di Roma.

– Quindi l’Ucraina per i Russi è una Patria antica piena di storia ed ideologia, ma poco altro in termini di propria identità ed autonomia.

L’Ucraina è il confine occidentale della Russia e soprattutto Stato cuscinetto già dall’invasione napoleonica del 1812;durante le due guerre mondiali, è stato il territorio dell’Ucraina a “frazionare” l’aggressione da ovest: per arrivare a Mosca c’erano da percorrere quasi 1700 chilometri, quindi, se l’Ucraina dovesse essere in “mani non russe”, Mosca ne starebbe a circa 650. 

Ma dopo i cosacchi, gli ucraini sono stati sempre oppressi e dominati dai Russi:  Stalin nel 1927 definì il nazionalismo ucraino “pericoloso” e nel biennio 1932-33, provocò la “Grande Carestia” chiamata Holodomor, traducibile come “stermino o genocidio per fame” di circa 7 milioni di contadini, poiché requisì ed esportò in Russia, l’intera loroproduzione di grano.

Quindi l’idea di una grande unità tra il popolo russo e quello ucraino non ha molto senso, anche perché quando i tedeschi la invasero nel 1941, furono accolti come liberatorie molti entrarono in formazioni tedesche e naziste, che danno oggi l’alibi alla propaganda per la suadenazificazione, alimentato da percentuali risibili di ultras e formazioni paramilitari.

Mosca non può tollerare una infiltrazione nel suo “spazio vitale”, ma anche nel suo “assetto ideologico e valoriale”, dopo Piazza Maidan e dopo la voglia di Europa e di Occidente degli Ucraini; quello che sta accadendo è iltentativo di ricostruire una ridotta “cortina di ferro” e sicuramente una Kiev formato Minsk.  

Francesco Chiucchiurlotto