MATRIX

Matrix Tecnologia AI

Trattando di intelligenza artificiale (in sigla IA e per gli anglomaniaci AI), per primo ha cominciato Elon Musk a lanciare allarmi sulla sua pericolosità; poi il Garante Italiano sulla privacy, addirittura a sospenderne anche la sperimentazione, l’unico modo per colmare lo svantaggio già accumulato con USA e Cina; infine lo scienziato Geoffrey Hinton, premio TURING dell’informatica e uno dei precursori dell’IA, lascia Google per poter dire che è preoccupato per l’umanità in caso in cui il gingillo sfugga di mano.

Insomma mi pare che dovremmo tutti approfondirne tema, contenuti, effetti e prospettive.

Intanto l’IA è una disciplina informatica che si pone l’obiettivo di imitare l’intelligenza umana attraverso algoritmi, cioè sequenze finite di operazioni che risolvono quesiti o calcoli complessi, e che interagendo nella rete aumentano esponenzialmente la loro capacità.

Hinton, appunto, è uscito da Google per poter liberamente parlare del suo timore che l’Intelligenza Artificiale, attraverso algoritmi di apprendimento sempre più potenti, superi quella umana, prefigurando una sorta di MATRIX in cui sono le macchine a controllare e governare l’uomo, e non viceversa.

Ha calcolato che il cervello umano ha 100 trilioni di connessioni al secondo, a fronte di 1 trilione che i modelli attuali forniscono per esempio a CHATGPT, o BARD; ma l’evoluzione dell’IA è del tutto una incognita.

L’IA funziona sulla base di imput interrogativi cui risponde vagliando circa 300 miliardi di parole, immagini, filmati, e quant’altro prodotto nella rete; dalla capacità di porre il quesito iniziale si possono ottenere risultati che vadano oltre un codice etico legale preordinato; infatti siccome è l’algoritmo di apprendimento automatico che sceglie per noi, si pone il problema di controllarne veridicità, moralità, manipolazione, pericolosità in generale.

Per esempio si possono creare problemi circa un suo decadimento qualitativo  progressivo ed inconsapevole per l’utente; creare falsi sia in foto che video o addirittura per le voci; creare,  gap incolmabili come quello che si sta accumulando tra Europa ed Usa e Cina, che interesserà sempre di più l’economia, la cultura ma anche la politica e quindi l’egemonia nella nuova prossima globalizzazione.

Infatti l’IA è disintermediazione pura; non ha bisogno teoricamente di approvazioni, certificazioni, responsabilità per raggiungere la dimensione globale che la rete le assicura.

Quindi l’influenza che essa può esercitare sulla formazione delle opinioni attraverso i social media è enorme; le piattaforme di condivisione attraverso il meccanismo emozionale della percezione, iterazione, convinzione, consenso, voto, già ampiamente studiate, impattano sul dibattito pubblico polarizzando le convinzioni già preesistenti.

Questo scenario d’ indotta incapacità di dialogo deliberativo e di libero confronto, prefigura la fine di quella democrazia liberale rispettosa dell’individuo e dei suoi diritti, che abbiamo sin qui conosciuto, nonché l’avvento spaventoso di un sistema di relazioni umane fuori dall’umano controllo, ed immerso in una atmosfera plumbea alla MATRIX, senza magari un possibile lieto fine determinato da un altro Neo, l’Eletto. Negli Stati Uniti si comincia a pensare ad una sorta d’interruttore (KILL SWICH) che semplicemente disconnetta l’IA; ma va a sapere se questa non sia poi in grado di renderlo inefficace! Chi può dirlo oggi?

Francesco Chiucchiurlotto