OCCIDENTE ED ORIENTE

Zelensky

In tempi di disinformatya, fake news, “bestie” varie, partiamo da un dato incontrovertibile, almeno spero, i numeri dell’ISTAT: per la prima volta in Italia i nati nel 2021 sono scesi sotto le 400.000 unità, confermandoci nel mondo tra i paesi con una crisi demografica grave e probabilmente irreversibile.

Per inciso, uno dei difetti più gravi e perniciosi del nostro PNRR è stato proprio non aver contemplato un approccio strategico e sistematico sul problema del calo di popolazione.

Ma attenzione, è tutta Europa e gran parte dell’Occidente che è nelle stesse condizioni.

Ora Occidente significa anche tramonto e la connessione con quel che sta succedendo con la guerra in Ucraina non è casuale ed alcune considerazioni bisognerà pur farle.

Intanto allarghiamo la visuale sul globo terracqueo: l’Europa è territorialmente una piccola propaggine dell’Asia e quando sentiamo dirci che la Russia si sente circondata e che ciò provoca un atavico istinto aggressivo, appare quanto meno esagerato, per non dire stupido.

Bisogna riflettere invece sul fatto che i 150 milioni di Russi ed i quasi altrettanti satelliti dell’ex URSS, sono sempre stati lontani da rivoluzioni, cambiamenti, di tipo liberal democratico.

Da servi della gleba e contadini, a mugiki, burocrati ed oligarchi; con Zar ed autocrati prima monarchici poi comunisti ed ora nazionalisti, i Russi non hanno mai vissuto, se non nelle prime fasi della rivoluzione del 1917, forme di autogoverno della cosa pubblica.

Quando il ministro degli esteri Lavrov in conferenza stampa non pronuncia mai la parola “guerra”, che è censurata e penalizzata in patria, ed accusa l’Ucraina su un conflitto che era nato veramente come “operazione militare speciale”, tipo “Vado l’ammazzo e torno”, compie un atto di vera violenza mediatica, che nessun ministro occidentale si sognerebbe di fare.

Putin pensava: arrivo a Kiev, elimino Zelensky, ci metto un mio uomo ed intimidisco l’Occidente, debole, imbelle, post Afghanistan, senza ideali o carattere per resistere ad una escalation, che cominciata in Georgia nel 2008.sarà destinata a proseguire il più possibile.

Il disegno di Putin (ricordate Rasputin? Ras-Putin – in nomen omen) anche se malato e patologicamente incurabile, non è peregrino, perché è la natura dell’Occidente (sistema USA, UE, UK, Australia e poco altro) che declina: il sintomo demografico ne è una spia, ma c’è una profonda crisi di valori civici e religiosi, di idem sentire, di identità condivisa, è quel che conta e che ne determina la debolezza.

L’EURO è stato una sfida globale alle altre economie, compresa quella USA; benessere diffuso, consumi, innovazione hanno posto la UE al centro della globalizzazione, ma senza alcuna copertura militare o voglia di sacrificare vite umane per difendere quello status.

La cultura dell’occidente è individualista e non collettivista come in Russia o Cina; le regole liberal democratiche non consentono di violare diritti acquisiti, che diventano nella competizioni con gli altri sistemi, gravami e svantaggi sui costi produttivi; ciò vuol dire che lo scontro di oggi è tra due capitalismi, uno dei quali tiene conto dei diritti dell’individuo e l’altro degli interessi di visioni imperialiste; non ci può essere dialogo, ma neanche guerra globale, se non regionale e periferica; quindi ha ragione Volodimir Zelenskyj: gli Ucraini stanno combattendo anche per noi.

Francesco Chiucchiurlotto