UN ANNO DI ORRORI

Ucraina guerra

Siamo in guerra? Certo che siamo in guerra: “Une dròle de guerre”, una strana guerra, si disse in Francia dopo che dal settembre 1939 con l’invasione tedesca ad ovest e quella russa ad est, avvenuta dopo l’accordo Hitler – Stalin, per mesi non accadde niente di nuovo al fronte.

Anche questa dell’OPERAZIONE SPECIALE, è una strana, anzi una stranissima guerra a cominciare da come impongono che sia chiamata in Russia, non a caso, perché nei calcoli di Putin doveva durare solo 3 giorni, e per 3 giorni infatti avevano le scorte di carburante e d’ acqua i carri armati invasori.

E’ strana perchè la pace non può essere determinata dagli aggrediti semplicemente perché cesserebbero di esistere come popolo libero o semplicemente come popolo; mentre gli aggressori ribaltano ogni realtà dei fatti ed accampano l’idea che si stiano difendendo.

Da chi? Ma dalla NATO che prima dell’invasione del 24 febbraio 22 non aveva alzato un dito sull’invasione della Georgia nel 2008 e ben prima sulla distruzione della Cecenia, e ben poi sull’occupazione della Crimea e l’infiltrazione delle formazioni mercenarie paramilitari Wagner nel Donbass; Macron la definiva ad encefalogramma piatto; la Merkel avviava la costruzione del secondo gasdotto Gazprom, ed i nostri ineffabili Berlusconi e Salvini facevano business con gli oligarchi.

Sosteneva Goebbels ministro della propaganda hitleriana, che una menzogna se sostenuta e reiterata migliaia di volte diviene una verità: la motivazione dell’invasione per contrasto al neonazismo in Ucraina ne è un esempio tipico: non ci sono prove, numeri, riscontri mentre al contrario le svastiche tatuate sul corpo di Evgeni Prigozhin capo delle milizie Wagner, non lasciano dubbi in modo indelebile.

Ma al solito dirimenti sono i fatti: la distruzione sistematica di infrastrutture civili, scuole, ospedali, trasporti, centrali elettriche ed acquedotti; la repressione sistematica e crudele delle popolazioni occupate, sino alle fosse comuni, alle torture, ai furti, agli stupri ed alla deportazione di bambini; con l’uccisione continua degli oligarchi titubanti o peggio apertamente contrari; la censura capillare e spietata, quanto una propaganda di tipo stalinista, non si avvicinano molto a quei regimi totalitari per fortuna sconfitti nel 1945?

Ma è una guerra mondiale, la terza? Certo che è una guerra mondiale, che sinora è concentrata e combattuta per interposta nazione o meglio con il sacrificio del popolo ucraino, ma che è allestita, preparata, organizzata da tempo: per quanto riguarda la Russia per la riconquista dei territori ex URSS, e le tensioni di oggi in Moldavia e dintorni ne sono l’ennesima prova; per quanto riguarda la Cina, per Taiwan ed il dominio del Pacifico.

Ma lo scontro è anche valoriale tra democrazie ed oligarchie, oltre a Cina, Russia e Bielorussia, in particolare l’Iran; e poi ci siamo noi Italiani che abbiamo valori cedevoli, posizioni, per quel che se ne dica, perennemente tentennanti; noi, che raramente abbiamo finito una guerra con chi l’abbiamo cominciata.

Interessi venali inconfessabili, oppure elettoralistici ed opportunistici, ci rendono agli occhi del mondo inaffidabili quando, come ispirati dal nemico, PERCHE’ NOI volenti o nolenti ABBIAMO UN NEMICO!, anche se non vogliamo ammetterlo neanche dopo i recenti attacchi informatici, mettiamo di continuo in discussione con cento pretesti, le posizioni sulle cause dell’aggressione, sull’invio delle armi, sul sostegno politico e morale all’Ucraina.

Prima o poi tutto ciò si paga: la nostra Comunità Internazionale l’ha già segnato  sul libro mastro della Storia.         

Francesco Chiucchiurlotto