Comitato Centro Storico per Sutri: Chi salverà la nostra “Bellezza”?

Arco Manosio Sutri
«Ci sono tanti modi per “uccidere” una città, per bloccarne la crescita economica, sociale e culturale. In parole semplici: per gettarla nel degrado. Il più pericoloso è quello di “ignorare” l’importanza e il valore di un patrimonio storico prezioso e unico: quello che orgogliosamente vanta l’Antichissima Città di Sutri.
Uno scrigno etrusco – scrive Martina Salza, Presidente Comitato Centro Storico per Sutri, – che contiene rare perle di Storia: Mitreo, Anfiteatro, e tempi, tombe, vie cave nella verde cornice del Parco Archeologico, singolare ed ineguagliabile nel suo genere. E palazzi, monumenti, chiese incastonati come gemme tra i vicoli e le piazze di quella che un tempo fu la splendida ed elegante Civitas. Quel patrimonio storico che deve “salvare” una città, quale risorsa invidiabile e non replicabile (o la erediti o ne sei sprovvisto). Noi Sutrini l’abbiamo ereditata.
Quella “Bellezza che salverà il mondo” diceva Dostoievskij. Ma ci chiediamo: “Chi salverà questa Bellezza?” Chi non ha cura della propria terra? Chi è in tutt’altre faccende affaccendato? Chi non sa distinguere nemmeno i nomi delle sue antiche vie? Chi non conosce la storia della Città in cui vive? Chi non la sente vibrare dentro, ogni giorno passando per queste strade? O chi, in un continuo quanto ridicolo rimbalzo di responsabilità, si culla nella propria incompetenza? Eccoli gli elementi che caratterizzano ogni “pratica del degrado”.
Ed ecco un’immagine emblematica che ne è specchio (che non eguaglia certo lo scempio della Chiesa di San Francesco su cui ritorneremo): L’Arco Manosio, legato alla storia rinascimentale della nostra Città e ad una delle famiglie più ricche ed influenti. La famiglia Manosio o De’ Manosi, di cui Pietro, a cui è dedicato quest’Arco e la Contrada San Pietro, ne fu rappresentante illustre. Medico famoso, insegnante dotto, aromatario esperto, operante nella sua spezieria della Mola delle Olive (per noi Sutrini la solare Mandoliva), luoghi dimenticati da valorizzare. Ci sono tanti modi per distruggere la Bellezza di una città. Tuttavia, ce ne sono altrettanti per custodirla gelosamente: la pulizia, il rispetto, l’amore per questi luoghi che diventano risorse inimmaginabili dell’economia di un territorio ed eredità per i nostri figli. Cose semplici ed economiche per risposte concrete. Ma a monte manca qualche tassello: la conoscenza autentica di questi luoghi, la passione, altrettanto autentica, nobile e disinteressata. E la Cultura, teorico elemento di “pratica costruttiva”. Ma quando si ha a che fare con “nani che si credono giganti” come sosteneva Karl Kraus, “ il Sole della Cultura è veramente basso”. E allora, Chi salverà la nostra Bellezza?».