A Ferento l’“Omaggio a Pasolini innamorato della Tuscia, un poeta eretico alla torre di Chia”

“Omaggio a Pasolini innamorato della Tuscia, un poeta eretico alla torre di Chia”

Dopo Pasolini tra passato e presente, in una rilettura di Tringali e Gatti il 19 luglio (appuntamento che ha riscosso notevoli consensi), nell’Area Antiche Terme di Ferento domenica, con un cielo al tramonto in parte rosso in parte rosa, è andato in scena “Omaggio a Pasolini innamorato della Tuscia, un poeta eretico alla torre di Chia”.

A far  comprender la passione del famoso artista per la Tuscia sono stati Giuseppe Rescifina, giornalista  conosciuto per la sua passione per   lo spettacolo, Stefano Stefanini, giornalista appassionato e studioso del territorio, e Simone Chiani, giovanissimo autore del libro “Tuscia in Pasolini, studio onnicomprensivo di un rapporto articolato”. Bruno Mascagna ha curato i piacevoli intermezzi musicali dell’incontro di Ferento  anche con dei momenti interpretati dal vivo con il suo sax, il tutto coordinato dalla disponibile collaborazione di Guido Palmieri.

Foto G De Zanet Bruno Mascagna

Dal palco delle Antiche terme gli interlocutori hanno spiegato che Pier Paolo Pasolini nel 1966, nel suo “Poeta delle Ceneri”, dichiarava il suo amore per Viterbo. Ma in quel contesto Pasolini si riferiva  alla Torre di Chia, o castello di Colle Casale, nel comune di Soriano nel Cimino, risalente al 1200, di proprietà degli Orsini, dei Lante della Rovere, dei Borghese; un luogo  ricco di storia e di fascino dai quali il regista non poté non rimanerne attratto, forse spinto dal desiderio di una vita diversa, più solitaria.

Foto G De Zanet Giuseppe Rescifina

Pasolini non si fermò solo ad ammirare Viterbo e Chia, fece delle lunghe puntate ricognitive anche ad Orte: il rapporto tra l’artista e il territorio lo ha spiegato al pubblico presente Stefano Stefanini, puntualizzando che  l’attenzione per Orte del grande artista si sviluppò sugli  incontri con la gente e soprattutto su progetti nati in questi luoghi tra il silenzio, la meditazione e l’ispirazione tratti da un mondo arcaico.

Foto G De Zanet Rescifina Stefanini Chiani

Chani ha invece raccontato come la sua passione per Pasolini e le sue opere siano nate da ricerche approfondite sull’uomo sul poeta sullo scrittore e sui suoi film.

Nel corso dell’incontro sono state poste riflessioni anche sul libro di Giuseppe Carrara “Pasolini, Chia e il romanzo del petrolio”.   Pasolini  in un giro di ricognizione alla ricerca di location adatte alle sue riprese visitò la Tuscia e ne fu straordinariamente innamorato, tanto da girare  la scena de “Il Vangelo secondo Matteo”, ed in particolare il battesimo di Gesù, nel torrente Castello che scorre vicino la Torre di Chia con le famose cascatelle.

Il grande regista decise quindi di acquistare la Torre di Chia facendovi costruire ai piedi una casetta di pietra e di vetro mimetizzata fra le rocce e nel verde di un dirupo.

Come di consueto “Tramonti” a Ferento non ha tradito le aspettative e alle  alle 18,30 prima dell’inizio dell’incontro  molti spettatori hanno effettuato  una visita nell’area archeologica dell’antica città, distrutta nel XII secolo, a cura dei volontari di Archeotucia.

La stagione teatrale di Ferento è organizzata dal Consorzio Teatro Tuscia, con la direzione artistica di Patrizia Natale.