Essere Etrusco, miti e misteri iri ed oggi

Barbro Santillo Frizell, Direttrice dell’Istituto Svedese di studi classici in Roma

L’importante conferenza sul tema della presenza degli Etruschi nell’Alto Lazio bassa Maremma che si è tenuta nella biblioteca comunale di Montefiascone ha registrato una presenza record di circa sessanta persone, tra le quali la gradita presenza del Dott. Renato Trapè, consigliere delegato alla cultura e dello storico locale Normando Onofri.

La conferenza è parte della serie di eventi previsti nel calendario Incontri di Primavera  duemilaventitre, organizzate dal Centro Iniziative Culturali di Montefiascone, sotto il Patrocinio dell’Amministrazione comunale.

Relatrice la dott.ssa Barbro Santillo Frizell, Direttrice dell’Istituto Svedese di studi classici in Roma; moderatore dell’incontro lo storico Giancarlo Breccola.

Durante la relazione, l’insigne studiosa di Goeteborg ha messo in evidenza le testimonianze nel territorio di Tarquinia e di Tuscania; due necropoli che ancora oggi sono una miniera d’informazioni da studiare per conoscere sempre meglio la civiltà etrusca. Era un popolo che credeva fortemente nella vita dell’aldilà, quale continuazione della vita terrena. La realizzazione delle tombe della zona archeologica di Tarquinia, come quella di Vulci, stanno a significare proprio questo.

È stato messo in luce come la cultura dei reperti etruschi rinvenuti abbiamo suscitato molto interesse nel modo degli studiosi nei secoli appena trascorsi, con particolare riferimento al modo inglese. Nobili, studiosi ed aristocratici del settecento, tra i quali Mommsen, Welgang, il Morani, Jacobsen, madame Holbig, la principessa Margherita, Re gustavo di Svezia, la principessa Luisa, hanno voluto avere nelle loro collezioni vasi ed altri oggetti rinvenuti nella Tuscia. E non poteva mancare il ricordo a colui che, nel milleeottocento, fu il più importante commerciate di reperti etruschi, allorché mandò il primo figlio a vendere in Londra, il materiale che lui e l’altro figlio, rimasto in casa con lui, ritrovavano scavando in queste zone.

                                                                                                                Pietro Brigliozzi