Palazzo Brugiotti, Rosella Lisoni incontrerà gli appassionati pasoliniani

Lisoni pasolini

Il 18 marzo nella sala conferenze del prestigioso Palazzo Brugiotti Rosella Lisoni incontrerà gli appassionati pasoliniani con un mirato intervento sul cinema di Pasolini; interverrà anche la Professoressa Anna Maria Fausto dell’ Unitus di Viterbo.

In occasione del centenario della nascita del grande intellettuale del 900 Lisoni continua il suo tour mirato all’esame attento e minuzioso nell’ evidenziare i contenuti dei film dell’artista e il suo amore per la Tuscia. Per parlare di Pasolini si deve partite da che cosa affermò in un’intervista: “Io difendo il sacro perché è la parte dell’uomo che offre meno resistenza alla profanazione del potere”. Sottolineando che il termine «sacro», dal latino sacer, sancisce un’alterità, un essere “altro” e “diverso” rispetto all’ordinario, al comune, al profano. Il termine «profano», dal latino profanus (fuori), indica ciò che è comune, ossia opposto all’eccelso, al sublime, al sacro.

Nel 1964 Pasolini gira il Vangelo secondo Matteo e si innamora delle Cascate di fosso Castello in prossimità di Chia, tanto da farne la location del battesimo di Cristo.

In seguito scopre la Torre di Chia, situata in un luogo che avrebbe fatto impazzire l’Ariosto, e, nel 1970, la acquista. Sarà nell’ amata Torre che scriverà “Le Lettere Luterane” e “Petrolio” e sarà lì che trascorrerà l’ultimo capodanno in compagnia dei Fratelli Taviani e di Bernardo Bertolucci.

Luogo del cuore, luogo dell’intimità, luogo incontaminato in cui recuperare quel passato arcaico a lui così caro.

Quel passato lontano, ricco di valori dimenticati, Paradiso perduto, nuovo Eden cui anela e che ben descrive nella sua”Trilogia della vita”.

Il suo amore per la Tuscia lo vede impegnato in prima persona in cortei e manifestazioni finalizzati al passaggio dell’Università da Libera università a Università statale.

Il 18 marzo la Tuscia renderà onore a questa personalità eclettica, alla sua arte, al suo genio, alla logica eversiva del suo pensiero, al suo coraggio e alla sua missione sociale.

Verrà ricordato il suo amore verso il sacro, un sacro non trascendente, ma insito nella natura e in qualunque forma di vita, sacro come forza di rottura, chiave in grado di aprire le porte del passato e gettare una luce sul presente.