“Se so ricamare, saprò dipingere”. L’infanzia senza fine di Maria Prymachenko e Bonaria Manca

Presso la sala Regia di Palazzo dei Priori, si è tenuta  la presentazione della mostra “Se so ricamare, saprò dipingere” – L’infanzia senza fine di Maria Prymachenko e Bonaria Manca.

Sono intervenuti: Chiara Frontini, sindaca di Viterbo, Yaroslav Melnyk ambasciatore d’Ucraina in Italia, Gianpaolo Serone, Archeoares, Paola Manca, nipote dell’artista Bonaria Manca, e Vittorio Sgarbi, assessore alla Bellezza e ai monumenti della città di Viterbo e sottosegretario di Stato alla Cultura.

Più di cento i partecipanti alla presentazione che hanno calorosamente applaudito Sgarbi al termine del suo intervento.

La sindaca Frontini ha evidenziato come la mostra sia stata accolta positivamente dal mondo politico e cultuale della Tuscia.  
Paola Manca ha raccontato come Tuscania abbia ispirato Bonaria a proseguire il suo istinto di ricamatrice di colori.

Bonaria Carmela Manca nasce ad Orune (NU) in Sardegna, il 10 luglio del 1925. Da ragazza apprenderà  le basi per il ricamo che poi svilupperà negli anni in maniera mirabile.
Negli anni ’50, a più riprese, tutti i suoi familiari emigreranno stabilendosi poi definitivamente tra Tuscania e Viterbo.

Vittorio Sgarbi ha dichiarato: “Bonaria è sorretta da uno straordinario spontaneismo multiforme che la fa vivere nel presente con il proprio mondo bambino. La casa di Bonaria, in una certa maniera è unica forse in tutta Italia. Avere un quadro di Bonaria  è come avere un talismano, un portafortuna in un mondo di solitudine, di aprire subito una finestra su un domani, un futuro che sarà pieno di luce!”.

“Ed è questo che l’artista ed ogni artista ha dentro di sé ed è chiamato a  portare agli altri, un mondo di Bene e di gioia che è bellezza perché è puro ed incontaminato, perchè “quelle idee che sono indipendenti da noi”, come dice il filosofo olandese Arnold Geulincx, “sono causate da Dio e non sorgono dal proprio pensiero”. La sua una produzione artistica che può dirsi straordinaria non soltanto per il simbolismo, la nitidezza dei colori, ed espressività dei dipinti, ma anche per il numero, che viene stimato approssimativamente in 1000 dipinti su tela, ai quali bisogna aggiungere i ricami, gli arazzi, i mosaici, ed infine le pitture murali, negli anni dal 1996 al 2004 inizierà e porterà a compimento la pittura delle pareti della sua casa”.

Vittorio Sgarbi ha quindi osservato che “a un anno dall’invasione della Russia all’Ucraina, il “Mart” presenta la prima mostra italiana su Maria Prymachenko, artista UNESCO nel 2009 e che lui ha voluto portare a Viterbo.
Un segnale di solidarietà per chi sta soffrendo una guerra immonda senza significato, solo quello di difendere la propria patria da un invasore”.

Sgarbi sostine che l’artista ucraina  esponente della pittura naif ed erede di una tradizione folcloristica secolare, ispirò grandi artisti.

“Nei suoi lavori ha mescolato cultura popolare e arte moderna, l’iconografia della tradizione ucraina, raccontato esperienze personali e sogni. Con animali fantasticiflora lussureggiantesimboli ancestrali l’artista ridefinisce gli immaginari popolari e li rende universali. Il lavoro di Maria Prymachenko si nutre di antiche tradizioni ucraine, le sue immagini sono piene di una combinazione di percezione individuale del mondo circostante, della pittoresca natura ucraina, di racconti popolari, di canzoni, di rituali, di sincerità e ospitalità della terra ucraina. Con il suo stile riconoscibile, vivace, immediato è stata amata da diverse generazioni che, a partire dalla prima metà del novecento, hanno contribuito a costruirne il mito”.

Dopo il lungo applauso all’assessore tutti a visitare le sale con le opere degli artisti nel museo dei Portici.