Tramonti in Scena, a Ferento la storia di Celeste

Celeste Di Porto

Ennesimo capolavoro nell’area Antiche Terme di Ferento per Tramonti in Scena, un dramma del periodo dell’occupazione nazista in Italia dove c’è stato chi per non morire è diventato delatore.

Dramma, paura, incertezza del vivere, violenza, questo hanno interpretato Francesca Borriello (Celeste), Claudio Boschi, Roberto Ingento con le musiche del maestro Francesco Santagata per la regia di Fabio Pisano, commuovendo il pubblico fino alle lacrime.

La chiamavano ”Pantera nera ” e faceva la spia di Kappler. Fu l’incubo del Ghetto, quelli che lei salutava per la strada venivano subito arrestati. Per la vergogna suo padre si consegnò alle SS.

Nata nel ghetto ebraico da Settimio ed Ersilia, Celeste di Porto, bellissima e fatale ragazzina di diciotto anni che, dopo il rastrellamento del ghetto romano ad opera dei tedeschi guidati da Kappler, decise di diventare una delatrice.

Psicologicamente costretta, vendette  gli ebrei, suoi correligionari. Inizia così un vero e proprio periodo buio per gli ebrei del ghetto italiano; coloro i quali venivano “salutati” con un cenno della mano da colei la quale era riconosciuta come una delle più belle ragazze di Roma, non aveva scampo. Per ogni “capo”, lei guadagnava cinquemila lire. E non importa se a finire nelle mani delle camicie nere fossero donne, bambini o uomini. No. La “pantera nera” era indifferente al genere, alle età. Solo la sua famiglia, doveva essere risparmiata.

Ma il padre non riuscì a portare questo enorme peso sulla coscienza, e si consegnò alle SS. I fratelli, tra cui Angelo, tanto amato, la rinnegarono. Solo la madre continuò a volerle bene.

La tragedia interpretata dagli attori della Compagnia LIBERAIMAGO è toccante, Celeste che poi rinchiusa nella cella 306  del Carcere di Regina Coeli, Roma, sui muri della cella del  terzo raggio, incisa con un chiodo  lesse  la scritta: “Sono Anticoli Lazzaro, detto Bucefalo, pugilatore. Si non arivedo la famija mi è colpa de quella venduta de Celeste Di Porto. Rivendicatemi”.

Una tragica denuncia in poche righe.  Anticoli fu arrestato il 23 marzo 1944 al mattino; un povero ragazzo del Ghetto, si guadagnava da vivere combattendo sui ring di terza categoria. Era sposato da poco e aveva una bambina. Quando andarono a prenderlo riuscì ad abbattere tre militi fascisti prima di essere trascinato in carcere. A denunciarlo era stata Celeste la “Pantera nera”.

In Via  Tasso, il colonnello Kappler stava compilando l’elenco dei 330 italiani di cui Hitler aveva chiesto la morte per rappresaglia all’attentato di via Rasella e alla strage dei 33 poliziotti tedeschi. Gli mancavano cinquanta nomi e li chiese al questore di Roma, Caruso che costretto racimolò quanti più infelici poté, ma non bastavano. Kappler allora disse ai suoi: “Trovate qualche ebreo”. Ma Lazzaro Anticoli non avrebbe dovuto morire. Nella lista di Kappler non c’era infatti, il suo nome, bensì quello di Angelo Di Porto, fratello della Pantera nera, arrestato lo stesso giorno; all’ultimo momento il suo posto nell’elenco, per mano di Celeste, venne preso da Anticoli e Angelo si salvò.

Caduto il regime, Celeste cerco di svanire a Napoli. Scelse una nuova identità, si fece chiamare Stella Martinelli, prostituta in una casa d’appuntamenti. Un giorno entrarono tre ebrei romani, la riconobbero e la denunciarono. Fu portata a Roma a Regina Coeli. Una prima volta evase, una seconda non le riuscì e dovette affrontare il processo nel 1947.

Tentò di difendersi e non poté quasi parlare. Il pubblico di ebrei e di parenti dei martiri le urlava il suo odio, più volte fu necessario sgomberare l’aula e lei si proclamava innocente, le accuse erano calunnie, guardava la gente con gli occhi neri lampeggianti di sfida, Francesca Borriero interpreta Celeste in modo incredibile dai suoi occhi dalla sua espressione permette al pubblico di comprendere e immedesimarsi nel dramma.

Fu condannata a dodici anni, ne fece soltanto tre tra condoni e amnistie e uscì dal carcere di Perugia nel 1950, dopo un periodo trascorso a Viterbo. Ecco perché la scelta di Patrizia Natale per la rappresentazione a Ferento.