Montefiascone, città delle streghe

Streghe

L’opera teatrale IANARE portata sulla scena dalla Compagnia Teatrale locale Giorgio Zerbini, nello storico salone Innocenzo Terzo del complesso monumentale della Rocca dei Papi in Montefiascone, fa ancora parlare. Tutte persone che sono state presenti, se pur in numero ridotto in ossequio alle regole anti Covid-19, non solo hanno condiviso i contenuti dell’opera, ma ne parlano con entusiasmo.

Va ricordato che la rappresentazione, portata sul palco dall’esperto trio di regia, Anna Rita Ferretti, Albina Rossi e Elia Santini, con altri undici bravissimi attori, trova le sue origini sulle ricerche e la relativa documentazione riportate dal grande storico locale, Giancarlo Breccola, nel suo ultimo volume: Streghe e Stregonerie in terra di Tuscia.

Intanto, va precisato e spiegato il titolo della rappresentazione IANARE. Esso proviene dalla tradizione storica della Roma Antica, DIANATE, poi, nel tempo, trasformatesi in IANATE con la Verbalizzazione del sostantivo in IANARE.

Sig. Giancarlo cos’erano queste DIANATE nel periodo romano?

Il tutto va ricondotto alle dodici notti rimaste fuori dal conto del tempo nel momento che vi è stato il passaggio dal calendario lunare a quello solare. Secondo la tradizione, in certo qual senso anche parzialmente intriso di mitologia, la dea Diana, in queste dodici notti, che, in linea di massima, andavano dal 25 Dicembre al 6 Gennaio, usciva per fertilizzare alcuni campi. In questa attività vi s’inserirono altre donne che ianavano cioè emulavano la Dea. Il termine Ianare è la verbalizzazione del sostantivo Ianate, quindi l’attività di donne, le quali, quasi dee, ecco poi nel medio evo l’appellativo e la qualificazione di essere streghe, uscivano durante la notte per fertilizzare i campi.

Ci fu una ripercussione in Europa, in quali paesi e in che misura anche nel nostro territorio di Tuscia?

Questa realtà si divulgò in tutta Europa specialmente nei paesi nordici e Nazioni Protestanti con l’entrata in scena della Santa Inquisizione nel secondo periodo del 1400 quando i metodi inquisitori servivano anche per far confessare le persone nei processi condotti, spesso, in modo sommario. Anche in Italia il fenomeno fu molto sentito e nella città di Montefiascone, rimanendo sul territorio, vi furono diversi processi i cui atti ho rinvenuto negli archivi della Sede Vescovile. Montefiascone fu così soprannominata Paese delle Streghe come ancora oggi in certi ambienti, se pur di poco rilievo, viene chiamata.

Pietro Brigliozzi