Monterosi, da domani la mostra “I Capolavori del Patchwork”

I Capolavori del Patchwork

Dal giorno 8 al giorno 12 dicembre, presso il Palazzo Comunale, ex sala della musica, di Monterosi avrà luogo l’esposizione “I Capolavori del Patchwork”, ingresso libero nei seguenti orari: giorni feriali 16:00- 19.00 – festivi e prefestivi 10:00 – 12.30 / 15.30 – 19.00.

La mostra è organizzata dalla Proloco di Monterosi, in occasione del Mercatino di Natale, in collaborazione con l’associazione “Mille e una pezza”. Curatrice dell’evento la dott.ssa M. Antonietta ASONI con il supporto del cons. Maurizio TAMANTINI, che ha reso disponibile lo spazio espositivo.

Sono messe in esposizione coperte, tovaglie, arazzi e numerosi altri oggetti ancora, opera di artiste locali appartenenti all’associazione “Mille e una pezza” e di altre singole cultrici di questa tradizione: tutti pezzi unici, eseguiti rigorosamente a mano, rappresentativi di vari stili, che evidenziano l’eccezionale fattura, precisione e gusto estetico sottostante la realizzazione di questi lavori di puro artigianato artistico. Un’intera sezione è inoltre dedicata alla tecnica di esecuzione di questi manufatti, in essa sono presenti opere in corso di esecuzione, nei diversi stadi di lavorazione.

Patchwork significa, in inglese “lavoro a toppe”, spesso viene anche usato il termine quilting come suo sinonimo, da quilt (trapunta). Si tratta di un’attività molto antica, nata essenzialmente con la finalità di recupero di ritagli di tessuto e di vecchi indumenti che, cuciti insieme con gusto e cura, possono dar vita ad opere di grande valore per raffinatezza e pregio estetico.

Il patchwork ha delle profonde radici in Europa. Ero diffuso ovunque nel Medioevo, durante il quale arrivò, in Spagna, alla dignità di tecnica di confezione di paramenti sacri ed eleganti abiti femminili. Nel XIV secolo i costumi, gli stendardi e le bardature dei cavalli sono chiari esempi di patchwork. Ricordiamo, fra tutti, gli splendidi stendardi del Palio di Siena. Dal Seicento fino all’Ottocento, grazie alla maggiore quantità e varietà di tessuti disponibili, questa attività si sviluppò molto, soprattutto in Inghilterra, dove veniva insegnata nelle scuole, praticata nelle famiglie con il coinvolgimento di tutti, compresi gli uomini e costituiva una delle più diffuse attività sociali: i “quilting parties” erano veri e propri eventi di scambio ed incontro tra i membri della comunità.

Questa tradizione fu portata in America dagli emigranti europei ed ebbe grande diffusione, tale da improntare tutta la vita sociale: dal quilt realizzato in attesa del nascituro, ai 13 quilts che ogni ragazza confezionava con cura in previsione del matrimonio. Tuttora la comunità Amish pratica questa tradizionale tecnica realizzando opere di uno stile inconfondibile.

Anche se oggi questa attività potrebbe sembrare “superata” per la notevole quantità di tempo, lavoro e precisione che occorrono per confezionare un lavoro di patchwork, tutte risorse che ci appaiono scarse e indisponibili nella vita dei nostri tempi,  in realtà ci sono numerosi gruppi di appassionati in tutto il mondo che si dedicano a produrre lavori di quilting, conservando, ma anche migliorando e sviluppando, le antiche tecniche e gli stili tradizionali in nuove creazioni degne della massima considerazione.

Anche a Monterosi, da oltre 10 anni, si tengono corsi di patchwork, grazie ad una iniziativa nata nell’ambito dell’Associazione Culturale “Biblos”. Attorno alla docente, Serenella MORTILLARO, è nato un gruppo di “fedelissime”, ma molte altre “appassionate” sono sempre pronte a cogliere l’occasione per intraprendere un nuovo lavoro e riunirsi così al gruppo. I numerosi anni dedicati a coltivare questa passione sono evidenti nell’alto livello di esecuzione raggiunto nelle opere di queste artiste locali, che affrontano ormai con padronanza i diversi stili di esecuzione, ma, soprattutto, apprezzano il piacere di stare insieme e condividere, nei loro moderni “quilting parties”, anche in modalità online in tempi di emergenza sanitaria, la loro passione comune. Il grande valore sociale che aveva il patchwork nel passato non è infatti venuto meno ed è proprio questa una delle ragioni principali della sua attualità. Altro aspetto di attualità è da rinvenirsi nella dimensione quasi provocatoria che il patchwork assume nei confronti della superficialità e dei ritmi accelerati che la vita attuale ci impone: dedicare tanto tempo, attenzione e cura nella realizzazione di un’opera di patchwork, significa infondere un valore alle cose, farne una creazione al di fuori della cultura “usa e getta” in cui siamo immersi. Significa prendere il tempo e ritrovare la voglia di coltivare se stessi nell’esercizio di un lavoro che richiede pazienza e disciplina, per questo il quilting non appare poi così lontano, in fondo, da una pratica zen. Significa, non da ultimo, creare qualcosa con l’intento di farne un dono all’altro, per una occasione speciale o semplicemente per racchiudere in un’oggetto la dedizione, la pazienza, la cura che richiede coltivare ogni rapporto di vero amore che emerge infine, agli occhi di tutti, in tutta la sua bellezza.

La dimensione “sociale” del patchwork, in definitiva, esprime non tanto la nostalgia del passato quanto il desiderio, o il bisogno se si vuole, di ricostituire un legame interpersonale in una cornice di impegno ad autocoltivarsi e ad esprimere la propria creatività nel solco delle radici della tradizione, cosa che non sarà mai “vecchia” o “superata”, ma in cui, invece, risiede sempre, in nuce, il seme del mondo nuovo che si costruisce insieme.

Se questi sono solo spunti interpretativi per comprendere il senso di attualità di questa tradizione, gli oggetti che essa produce non hanno bisogno di alcuna spiegazione: la loro bellezza e valore intrinseco si percepiscono immediatamente e si spiegano di per sé, sia a chi conosce e a chi coltiva questa meravigliosa forma di artigianato artistico, sia a chi si avvicina ad esso per la prima volta.

Lo scopo principale di una esposizione di lavori di patchwork non può essere, naturalmente, di tipo commerciale, essendo queste opere di per sé, tutte “uniche” e “impagabili”, ma è quello di voler essere un dono di significato e di bellezza che queste artiste a pieno titolo vogliono offrire, gratuitamente, a tutti noi in questo difficile momento storico.