Giornata della memoria: “Finché avremo voce”, questo il titolo  dell’iniziativa varata dal Cardarelli in collaborazione con l’associazione umanitaria “Semi di Pace”

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Al Cardarelli di Tarquinia si è ricordata la Shoa online. Tanti gli interventi ed i momenti di commozione: La Dirigente scolastica Laura Piroli: “Per non dimenticare. Ricordare e tramandare”.        

All’incontro on line ospiti d’onore i coniugi tedeschi  Federica e Tobia Wallbreker dell’associazione, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’associazione “Ricordiamo insieme”.

Hanno partecipato il pres. Luca Bondi dell’associazione Semi di Pace, che ha sottolineato l’importanza alla Cittadella e del suo ruolo umanitario  e del giardino della memoria dove è stato installato un vagone simbolico del treno del dolore, che portava ai campi di sterminio.

Hanno partecipato la prof.ssa Anna Maria Catalani, Miranda Bocci e D. De Fazi. Ad introdurre l’incontro la Dirigente scolastica Laura Piroli.

La legge della repubblica italiana n. 221/2000 sancisce il 27 gennaio come “il giorno della memoria” al fine di ricordare la Shoah  ed  in quel giorno autorizza attività e manifestazioni, soprattutto nelle scuole, per ricordare i tragici eventi della segregazione razziale.

“È importante che il ricordo di eventi tragici sia diventato legge dello Stato, dimostra la sensibilità e l’attenzione che tutto un popolo dedica ad un periodo storico così disumano.- riferisce la Dirigente scolastica Laura Piroli – Per l’Istituto Cardarelli la giornata della memoria è stata da sempre celebrata con manifestazioni molto partecipate e molto coinvolgenti, queste manifestazioni sono diventati dei veri e propri laboratori, che ci hanno portato a voler fare negli anni passati dei viaggi di istruzione, proprio nei luoghi in cui questa tragedia si è consumata”.

“Abbiamo ospitato Alberto Sed, – ricorda la Dirigente scolastica Laura Piroli – che purtroppo ci ha lasciati a novembre del 2019, Alberto, uno dei sopravvissuti al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Con Alberto abbiamo potuto conoscere la vera storia della deportazione, è venuto la prima volta nella nostra scuola quando aveva 85 anni, non abbiamo solo ascoltato la sua voce, la sua toccante esperienza ci ha portato la conoscenza. C’è differenza tra ascoltare un telegiornale, un documentario, leggere una pagina del libro di storia e incontrare chi quella pagina di storia l’ha vissuta. Ci siamo commossi, abbiamo pensato e riflettuto sull’importanza del non dimenticare. I Docenti ed io stessa ci siamo fatti veicolo per trasmettere a tutti e ad ogni alunno singolarmente il messaggio che ci ha affidato Alberto. Vogliamo ricordare e tramandare, ma affinché non diventi la sterile rievocazione di un giorno, dobbiamo anche fare nostri gli insegnamenti di ribellione ad ogni forma di razzismo, di sopruso, di bullismo che magari entrano quotidianamente nella nostra vita. Dobbiamo protestare contro le scintille di tali atteggiamenti perché la memoria non si sommi anno dopo anno, ma perché la memoria sia il metro di paragone di tutti i nostri giorni. Abbiamo protestato contro i politici del mondo che antepongono il profitto al deterioramento del clima, abbiamo protestato contro lo scandalo dei campi profughi in Bosnia, abbiamo protestato per la tragica morte di Giulio Reggeni e per tanto altro e continueremo a mantenere viva la fiaccola della libertà, per tutti gli uomini della terra.  Vorrei concludere ricordando Tina Anselmi donna impegnata nella politica del dopo guerra che diceva: “per cambiare il mondo bisognava esserci” proprio come il testimone che ci ha lasciato Alberto Sed, il testimone è la sua storia, sta a noi tramandarla”. “Tina Anselmi, primo ministro donna del Ministero della Pubblica istruzione, – conclude la Dirigente del Cardarelli – ci ha ricordato che ‘Il cammino che dobbiamo percorrere richiede la capacità di guardare in avanti, là dove dobbiamo costruire il nostro futuro e per far ciò abbiamo bisogno di ciascuno e di tutti, esaltando le singole identità,  rispettandone i bisogni, i talenti, le memorie, gli ideali, le convinzioni religiose e politiche. Vivendo la libertà, non come un dono, ma come impegno costante per fare crescere la comunità e, nella comunità, il contributo del singolo. Vivendo la partecipazione, non come discriminante tra generazioni, ma come collante tra anziani, adulti e giovani fidandoci di questi ultimi, perché il futuro appartiene loro’. Appartiene a voi ragazzi. Grazie per la partecipazione a questa giornata e grazie agli insegnanti per averla promossa”.

La prof. ssa Anna Maria Catalani: “Il titolo che ho proposto ai colleghi per l’evento ‘finché avremo voce’, non è casuale ma l’ho tratto dall’emozione fortissima che Alberto Sed mi ha trasmesso in occasione di un incontro tenutosi nell’aula magna della nostra scuola qualche anno fa. – aggiunge – In quell’occasione, con un filo di voce, disse: ‘per tanti anni non sono riuscito a parlare, a raccontare del male subito e visto, ma ora lo farò finché avrò voce’. I nostri studenti hanno compreso il valore dell’iniziativa.  Alberto Sed non ha più voce,noi oggi siamo stati la sua voce”.